René MAGRITTE (1898-1967) 
Le opere di Alexander, 1963

Disegno a matita grassa,…
Descrizione

René MAGRITTE (1898-1967)

Le opere di Alexander, 1963 Disegno a matita grassa, firmato in basso a sinistra 26 x 34 cm Provenienza: - Mr Harr y Torczyner, New York, amico dell'artista - Acquisito dal signor Torczyner e rimasto nei suoi discendenti Un certificato del Comité Magritte accompagna quest'opera e sarà dato all'acquirente. Nella radura, vicino all'albero che giace abbattuto, la parte del tronco che è rimasta nel terreno ha preso l'ascia del taglialegna. Una delle radici nodose, o piuttosto uno dei bassi contrafforti legnosi, deve essersi mosso lentamente e, come la zampa di un orso, si è posato sullo strumento del delitto, lo tiene e non lo restituisce più. Finalmente la giustizia. Un'uguaglianza. Una nuova richiesta. Un nuovo malessere per gli uomini. Quanto tempo ha impiegato il ceppo per afferrare l'arma dell'assassino, per immobilizzarla, impedendole di fare ancora del male? Ora il gesto infinitamente lento è compiuto. A terra, trattenuta da una "gamba d'albero", una gamba che, a differenza di quelle degli animali, una volta messa a terra, non si rialza e non si stanca, l'ascia assassina non può essere rilasciata. Spettacolo affascinante. La risposta di un essere che non poteva rispondere abbastanza velocemente, che non poteva mai rispondere in tempo. In nome del silenzio, il ceppo dell'albero abbattuto dà la risposta tardiva. Da tempo immemorabile, milioni di alberi sono stati abbattuti dall'ascia o dalla preistorica ascia di pietra senza un solo movimento di resistenza, senza mai una protesta. Ecco un inizio che fa riflettere. Nuovi resistenti. Cosa resterà della regalità sulla "creazione"? L'ansia umana assumerà una nuova dimensione. Henri Michaux, estratto da "En rêvant à partir de peintures énigmatiques", 1972 Secondo Magritte, la sua pittura evoca il mistero del mondo. Per rivelarlo, l'artista procede spesso a una collisione di due oggetti che, dal reale a cui appartengono, ci porta al sogno; dal visibile all'invisibile. Tutta l'opera di Magritte ruota intorno a queste due nozioni. Le sue immagini cercano di rendere visibile l'invisibile. Il visibile è il mondo apparente e l'invisibile, per Magritte, non è un "visibile nascosto", ma una possibilità contenuta nel visibile. Il mistero è dunque parte della realtà e la realtà non può esistere senza di esso: "Il mistero è la necessità assoluta perché l'esistenza sia possibile". In una lettera del 13 agosto 1950 Julien Gracq scrive a Magritte: "Per il suo quadro, le suggerisco 'Le opere di Alessandro'. Perché non so perché penso subito al 'nodo gordiano' e forse sullo sfondo l'idea del 'conquistatore sconfitto dalla sua conquista'. Ma è un titolo molto irrilevante, e potrebbe applicarsi solo a me...". Un ramo o un ceppo che regge l'ascia che ha abbattuto il resto dell'albero è il tema della lettera anonima incisa "A"; che apre il testo del Dictionnaire abrégé du surréalisme (Galerie des Beaux-arts, Parigi, 1938).

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René MAGRITTE (1898-1967)

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