Null [MINIATURA]. [NOGARI Paris (attribuito a) (attivo a Roma, 1536-1601 circa).…
Descrizione

[MINIATURA]. [NOGARI Paris (attribuito a) (attivo a Roma, 1536-1601 circa). Assunzione della Vergine. Italia, molto probabilmente Roma, [ultimo quarto del XVI secolo]. Gouache e oro su pergamena, vecchia cornice, tracce di carta blu incollata sul retro, pergamena bianca sul retro. Dimensioni: 231 x 181 mm. Miniatura attribuita da E. De Laurentiis e pubblicata in: E. De Laurentiis, "Miniature devozionali tra Italia e Spagna nel tardo Cinquecento: da Giulio Clovio a Francesco da Castello", in Cesare Franchi detto il Pollino, Miniatore (Perugia 1555-1595), Roma, 2020, pp. 153-193, vedi pp. 168-171, fig. 18. Sul retro della cornice, un bollo dattiloscritto laminato e datato 15 settembre 1954 con il timbro dell'esperto parigino Jean Thesmar: "Il sottoscritto dichiara che la gouache su pergamena qui a fianco, che misura Altezza 0 m 23; Larghezza 0 m 18, rappresentante una "Ascensione della Vergine" è un'opera originale di Pietro Berrettini, detto Pietro da Cortona (1596-1669) il cui monogramma è abbracciato in basso a destra. Questa gouache è di buona qualità e in perfette condizioni. Una seconda, più recente iscrizione a matita recita "Giambattista Castello dito il Genovese circa 1547-1637/39". Non ci sono prove stilistiche per corroborare l'analisi di Jean Thesmar. Molti elementi stilistici avrebbero comunque potuto far credere di trovarsi di fronte a un'opera di Castello. Gli undici apostoli (ad eccezione di Tommaso, secondo la tradizione orientale riportata da Giovanni Damasceno) assistono stupiti all'elevazione al cielo della Vergine Maria in preghiera, accompagnata da cherubini in una fitta nube. La scena si svolge all'interno di un edificio in cui c'è una tomba di marmo decorata con una testa di putto, aperta e piena di fiori. L'arte di questa seconda metà del Cinquecento italiano tende al barocco, con un trattamento a grisaglia delle figure con panneggi esaltati da colori brillanti, persino aciduli, che testimoniano un certo manierismo. Il Cinquecento fu testimone di una vera e propria mania per l'illuminazione, non più solo come illustrazioni nei manoscritti, ma ora come piccole composizioni indipendenti per ricchi committenti. Il più rinomato miniaturista dell'epoca fu il perugino Cesare Franchi, noto come "Il Pollino" (Perugia, ca. 1555?-1595), che offriva ai mecenati romani miniature dipinte su pergamena come alternativa alla pittura "tradizionale". Il suo collaboratore fu Paris Nogari, un pittore romano di pitture murali, citato da Giulio Mancini intorno al 1617-30. La vicinanza della presente miniatura a quelle di Cesare Franchi tradisce un'intensa collaborazione tra i due miniatori. La prima vita di Paris Nogari (c. 1536-1601) sembra alquanto oscura, poiché non sono state scoperte informazioni prima del periodo in cui collaborò con Raffaellino Motta da Reggio (c. 1575), che era più giovane di lui ma spesso considerato suo maestro. Karel van Mander (vedi Van verscheyden Italiaensche Schilders..., in Het Schilder-Boeck (Haarlem, 1618), trans. M. Vaes, Appunti di Carel van Mander su vari pittori italiani suoi contemporanei, in Roma, IX (1931), 5, p. 345) riferisce che Nogari, conosciuto quando collaborava con Motta nei palazzi vaticani, "aveva una bella maniera". Baglione (1642, p. 87) dice di Nogari che è "uno di quei giovani che imitavano la maniera di Raffaellino da Reggio" attivo durante il pontificato di Gregorio XIII (eletto nel 1572). Paris Nogari ha dipinto diversi affreschi a Roma. La sua fortuna critica più recente è iniziata solo con gli studi di Scavizzi (1960) e soprattutto di Strinati (1980), che hanno illustrato le caratteristiche specifiche del suo stile. Motta e Nogari facevano parte del grande gruppo di pittori guidati prima da Lorenzo Sabatini e poi da suo figlio Mario, che era responsabile della decorazione delle logge e di altre stanze del Vaticano. Sembra che Nogari sia l'autore di cinque delle quindici figure allegoriche monumentali in monocromo (Silenzio, Promptitude, Assiduità, Mansuetudine e Fortitude) nell'ex sala delle Guardie Svizzere (1582). Nel 1578, fu accettato nell'Accademia di San Luca. In questo contesto, lavorò a fianco di artisti come Cesare Nebbia (Orvieto, 1536-1614), con il quale collaborò sotto il pontificato di Sisto V. Molte di queste imprese collettive fecero di Paris Nogari un artista prolifico. Le sue opere si trovano in diverse chiese, tra cui la chiesa e il convento della Trinité-des-Monts (1579-1584), con, tra le altre, Cristo davanti a Pilato e Storie della Passione nella cappella Orsini; a Santa Maria dei Monti, a San Giovanni Laatran (la Loggia della Benedizione e le pitture murali del transetto), a Santa Maria Maggiore (la cappella della Natività, 1587), a Santa Maria del Trastevere (1588-89 circa), a Santa Susanna con il Martirio di Santa Felicità di Roma e la sua se

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[MINIATURA]. [NOGARI Paris (attribuito a) (attivo a Roma, 1536-1601 circa). Assunzione della Vergine. Italia, molto probabilmente Roma, [ultimo quarto del XVI secolo]. Gouache e oro su pergamena, vecchia cornice, tracce di carta blu incollata sul retro, pergamena bianca sul retro. Dimensioni: 231 x 181 mm. Miniatura attribuita da E. De Laurentiis e pubblicata in: E. De Laurentiis, "Miniature devozionali tra Italia e Spagna nel tardo Cinquecento: da Giulio Clovio a Francesco da Castello", in Cesare Franchi detto il Pollino, Miniatore (Perugia 1555-1595), Roma, 2020, pp. 153-193, vedi pp. 168-171, fig. 18. Sul retro della cornice, un bollo dattiloscritto laminato e datato 15 settembre 1954 con il timbro dell'esperto parigino Jean Thesmar: "Il sottoscritto dichiara che la gouache su pergamena qui a fianco, che misura Altezza 0 m 23; Larghezza 0 m 18, rappresentante una "Ascensione della Vergine" è un'opera originale di Pietro Berrettini, detto Pietro da Cortona (1596-1669) il cui monogramma è abbracciato in basso a destra. Questa gouache è di buona qualità e in perfette condizioni. Una seconda, più recente iscrizione a matita recita "Giambattista Castello dito il Genovese circa 1547-1637/39". Non ci sono prove stilistiche per corroborare l'analisi di Jean Thesmar. Molti elementi stilistici avrebbero comunque potuto far credere di trovarsi di fronte a un'opera di Castello. Gli undici apostoli (ad eccezione di Tommaso, secondo la tradizione orientale riportata da Giovanni Damasceno) assistono stupiti all'elevazione al cielo della Vergine Maria in preghiera, accompagnata da cherubini in una fitta nube. La scena si svolge all'interno di un edificio in cui c'è una tomba di marmo decorata con una testa di putto, aperta e piena di fiori. L'arte di questa seconda metà del Cinquecento italiano tende al barocco, con un trattamento a grisaglia delle figure con panneggi esaltati da colori brillanti, persino aciduli, che testimoniano un certo manierismo. Il Cinquecento fu testimone di una vera e propria mania per l'illuminazione, non più solo come illustrazioni nei manoscritti, ma ora come piccole composizioni indipendenti per ricchi committenti. Il più rinomato miniaturista dell'epoca fu il perugino Cesare Franchi, noto come "Il Pollino" (Perugia, ca. 1555?-1595), che offriva ai mecenati romani miniature dipinte su pergamena come alternativa alla pittura "tradizionale". Il suo collaboratore fu Paris Nogari, un pittore romano di pitture murali, citato da Giulio Mancini intorno al 1617-30. La vicinanza della presente miniatura a quelle di Cesare Franchi tradisce un'intensa collaborazione tra i due miniatori. La prima vita di Paris Nogari (c. 1536-1601) sembra alquanto oscura, poiché non sono state scoperte informazioni prima del periodo in cui collaborò con Raffaellino Motta da Reggio (c. 1575), che era più giovane di lui ma spesso considerato suo maestro. Karel van Mander (vedi Van verscheyden Italiaensche Schilders..., in Het Schilder-Boeck (Haarlem, 1618), trans. M. Vaes, Appunti di Carel van Mander su vari pittori italiani suoi contemporanei, in Roma, IX (1931), 5, p. 345) riferisce che Nogari, conosciuto quando collaborava con Motta nei palazzi vaticani, "aveva una bella maniera". Baglione (1642, p. 87) dice di Nogari che è "uno di quei giovani che imitavano la maniera di Raffaellino da Reggio" attivo durante il pontificato di Gregorio XIII (eletto nel 1572). Paris Nogari ha dipinto diversi affreschi a Roma. La sua fortuna critica più recente è iniziata solo con gli studi di Scavizzi (1960) e soprattutto di Strinati (1980), che hanno illustrato le caratteristiche specifiche del suo stile. Motta e Nogari facevano parte del grande gruppo di pittori guidati prima da Lorenzo Sabatini e poi da suo figlio Mario, che era responsabile della decorazione delle logge e di altre stanze del Vaticano. Sembra che Nogari sia l'autore di cinque delle quindici figure allegoriche monumentali in monocromo (Silenzio, Promptitude, Assiduità, Mansuetudine e Fortitude) nell'ex sala delle Guardie Svizzere (1582). Nel 1578, fu accettato nell'Accademia di San Luca. In questo contesto, lavorò a fianco di artisti come Cesare Nebbia (Orvieto, 1536-1614), con il quale collaborò sotto il pontificato di Sisto V. Molte di queste imprese collettive fecero di Paris Nogari un artista prolifico. Le sue opere si trovano in diverse chiese, tra cui la chiesa e il convento della Trinité-des-Monts (1579-1584), con, tra le altre, Cristo davanti a Pilato e Storie della Passione nella cappella Orsini; a Santa Maria dei Monti, a San Giovanni Laatran (la Loggia della Benedizione e le pitture murali del transetto), a Santa Maria Maggiore (la cappella della Natività, 1587), a Santa Maria del Trastevere (1588-89 circa), a Santa Susanna con il Martirio di Santa Felicità di Roma e la sua se

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