[Attribué à Matthäus MERIAN]. Paesaggio antropomorfo. XVII secolo.
Olio su legno…
Descrizione

[Attribué à Matthäus MERIAN].

Paesaggio antropomorfo. XVII secolo. Olio su legno (30 x 43,8 cm). Un paesaggio "surrealista a dispetto di se stesso". Nella mostra Fantastic Art, Dada, Surrealism, che organizzò a New York nel 1936, Alfred H. Barr Jr. Barr Jr. espose un "Paesaggio di testa nella tradizione arcimboldesca" che aveva acquistato da un antiquario di Bad Gastein, Austria. Nella mostra The Arcimboldo Effect del 1987, questo dipinto è stato attribuito a Matthäus Merian il Vecchio (1593-1650). La stessa composizione reversibile si ritrova in un Paesaggio antropomorfo attribuito a Matthäus Merian il Vecchio con due letture diverse. Da lontano, un paesaggio collinare e inclinato di 90°, si trasforma in un volto orizzontale reclinato che si disarticola in motivi indipendenti. Visto più da vicino, un mondo di piccole figure trasforma il terreno in un luogo arato e "coltivato" che sembra ignorare il gigante. Merian creò un prototipo di questo dipinto, che fu ampiamente diffuso grazie alla sua incisione nell'Ars Magna lucis et umbrae di Athanasius Kircher (1602-1680), un libro di riferimento per gli studiosi dell'epoca. Merian iniziò come incisore ed è noto per le sue vedute topografiche, come quella della fortezza di Ambras in Tirolo, che fu sede di uno dei primi prestigiosi gabinetti di curiosità della dinastia degli Asburgo. Lavorò con il libraio Theodore de Bry a Francoforte, di cui sposò la figlia. Nel 1617, de Bry realizzò le incisioni per l'Atalanta Fugiens, un trattato di alchimia di Michel Maier (1568-1622), che fu anche il medico personale di Rodolfo II. Il Museo Reale di Belle Arti del Belgio possiede due dipinti (olio su tavola, 50,5 x 65,5 cm) della scuola olandese meridionale: una Testa di donna e una Testa di uomo della seconda metà del XVI secolo. Qui le teste sono circondate da scene pittoresche, piccole figure che trasformano la terra in un luogo "coltivato". Il giardino dell'Eden dei tempi paradisiaci ha lasciato il posto a una terra arata, un giardino terrestre curato. L'uomo diventa il giardiniere, imitando Dio nella cui immagine egli stesso è. Il gioco di parole ciceroniano "cultus", l'anima così come il campo che si coltiva, era ben noto agli umanisti. Un'altra versione è data da Wenceslaus Hollar (1607-1677), dal suo maestro Matthäus Merian. Mostra: L'Homme-Paysage, Visions artistiques du paysage anthropomorphe entre le XVIe et le XXIe siècle, Palais des Beaux-Arts, Lille, 15.10.2006- 14.1.2007, Jeanette Zwingenberger curatrice e dir. del catalogo, éd. Somogy, Paris, p. 55.

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[Attribué à Matthäus MERIAN].

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