Null Édith PIAF (1915-1963). P.A.S.; 1 pagina oblunga in-12 sotto una fotografia…
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Édith PIAF (1915-1963). P.A.S.; 1 pagina oblunga in-12 sotto una fotografia (controtipo; 23 x 16 cm). "Grazie per avermi dato la gioia di festeggiare un "100°" all'Olympia! Edith Piaf".

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Édith PIAF (1915-1963). P.A.S.; 1 pagina oblunga in-12 sotto una fotografia (controtipo; 23 x 16 cm). "Grazie per avermi dato la gioia di festeggiare un "100°" all'Olympia! Edith Piaf".

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Raymond ASSO (1901-1968) autore-compositore, paroliere, amante di Édith Piaf, di cui lanciò la carriera. 9 L.A.S. e 3 L.S. "Raymond", Digne settembre-novembre 1939, a Germaine Sablon; 22 pagine in-4 o in-8 (alcune intestazioni di hotel), 2 buste. Interessante corrispondenza dell'inizio della guerra, tormentata dal ricordo della sua amante Édith Piaf.[Nel 1936 Raymond Asso lanciò la carriera della Piaf, per la quale scrisse alcune canzoni e di cui divenne amante e impresario. Richiamato per il servizio militare nell'agosto del 1939, Asso fu presto sostituito da un nuovo amante, uno dei quali era Paul Meurisse. Qui Asso si rivolge all'amica "Maimaine", la cantante Germaine Sablon (1899-1985), compagna di Joseph Kessel (di cui in seguito eseguirà il Chant des partisans)].Il 12 ottobre, tornando da Parigi ad Avignone, Asso confida la sua disperazione dopo il tradimento della Piaf: "Quello shock mi ha steso. La notte sul treno, con tutte quelle immagini sporche che mi inseguivano... La ricerca di lacrime che non arrivavano [...] il ricordo di insulti e vigliaccherie [...] e stamattina il mio corpo è rotto e la mia testa è vuota. [...] La Môme Piaf non ha il diritto di uccidere sia l'autore che l'uomo. Uno solo deve bastarle! Tutto mi torna improvvisamente in mente... mille cose brutte, mille frasi, mille sguardi... Che vigliaccheria! Non voglio essere in debito con lui! [...] Non parlarle di me! Ti prego di non farlo! Deve tornare di sua volontà, in ginocchio... o non tornare affatto. [...] Che vigliaccheria può avere una donna a volte! Ma è una donna?"... Pochi giorni dopo, si ammala: "Questo mi insegnerà a correre come un matto per sorprendere Monsieur Paul [Meurisse] nel mio letto... Quella mattina avevo i brividi. Decisamente, questa Piaf è un portafortuna notevole (sic)"... Eppure era deciso a distrarsi, a pensare ad altro - chiedeva informazioni sui progetti dei compositori Léo Poll e Marguerite Monnot, si informava costantemente su Jef (Joseph Kessel), parlava della prima della sua canzone Ma jolie France di Germaine Sablon e del suo prossimo spettacolo all'A. B. C. - ma non riusciva a farlo.B.C. - ma torna sempre a "la Môme Piaf", preoccupandosi inizialmente di lei; una preoccupazione intrisa di rimpianto: "Piaf... Posso dire 'mia', tutte le speranze riposte in lei; tutte le sofferenze morali [...] ero così vicino a vederla riuscire, pensavo che il gioco fosse fatto... Plouf! Plouf!"; "Questa povera ragazza, completamente isolata, senza amici, con delle debolezze, forse andrà male [...] Avevamo un sogno così bello... questa partenza il 7 settembre per il Brasile... i vestiti, i costumi!"... Con il passare delle settimane, non riusciva più a nascondere il suo risentimento: "Che casino mi ha fatto... Sta cercando di farmi del male. È cattiva"... "È pazza!"; "E non me ne frega niente della Piaf... "Oh, oh! Stai attento a chi ti metti con lei, mi ha detto"... "Vorrei rimediare alle poche righe sprezzanti che il Môme ha scritto su Voilà. [...] Che idiota! [...] Di cosa si lamenta, le ho detto. Ha fama, giovinezza e amore. Che cos'è? Allora"... Emerge anche il dolore e la disperazione di un uomo distrutto dal lutto: "Piaf? Mio Dio, Maimaine, non parlarmi di lei! [...] C'è gente che muore al fronte! C'è gente dietro che muore in un altro modo! C'è una sofferenza fisica e poi c'è un'altra sofferenza"... Si allega una fotocopia di una lettera di Édith Piaf a Germaine Sablon.