DELACROIX Eugène (1798-1863). 2 L.A.S. "Eug. Delacroix", 1843, a suo fratello ge…
Descrizione

DELACROIX Eugène (1798-1863).

2 L.A.S. "Eug. Delacroix", 1843, a suo fratello generale Barone Charles-Henri DELACROIX a Bordeaux; 2 pagine e mezzo in-4 e 2 pagine in-8, indirizzi. Belle lettere a suo fratello. 23 gennaio 1843. Si preoccupa per suo fratello durante le "terribili inondazioni di Bordeaux". [...] Chiedetemi tuttavia al più presto le vostre notizie e se avete dovuto soffrire in tanti disastri [...] Ho resistito finora all'inverno che non è molto rigido e ho potuto riprendere il lavoro che la mia salute mi aveva costretto a interrompere per tanto tempo l'anno scorso. Se arriva il freddo, almeno non dovremo soffrire molto a lungo, dato che la stagione comincia ad avanzare. La mia salute non è troppo per me per recuperare tutto il lavoro arretrato che è veramente notevole e diventerebbe al di là delle mie forze. [...] Vi ho parlato dei ritratti in bronzo del nostro buon padre e della nostra madre. Hanno avuto tutte le disgrazie possibili, in primo luogo per essere fusi, che è un'operazione delicata, e in secondo luogo per l'inezia di fare le cornici, che hanno dovuto essere rifatte e che erano state fatte tutte sbagliate perché sono circolari. Spero di riuscire presto a riparare questo ritardo. Penso che sarete soddisfatti della loro somiglianza. È buono come una scultura forse e sono felice di averli salvati in questo modo, dato che avevo solo una prova di gesso di entrambi, che era soggetta a incidenti. Non sa quando potrà andare a trovare suo fratello, "se potrò farlo senza fermare tutto il mio negozio, perché non lavoro da solo e la gente fa un sacco di sciocchezze su di me quando non ci sono". Sarebbe un momento molto piacevole per me potervi abbracciare"... 29 dicembre 1843. Lo ringrazia per l'invio di una cassa di vino bianco: "Tu mi vizi e per di più posso stare molto tempo senza godermelo. Da due mesi mi sto riprendendo dall'infiammazione alla gola e faccio una vita da cenobita. Passo le mie serate da solo vicino al fuoco perché mi è proibito parlare e sono costretto ad essere estremamente sobrio sotto ogni aspetto. Ma alla fine spero che me ne libererò e che io e i miei amici troveremo il modo di onorare la tua lettera. [...] I brevissimi momenti che ho passato con te a Vichy sono sempre presenti nella mia memoria e mi ritornano molto spesso"... Lettres intimes (LIII, p. 203, e LIV, p. 206).

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