DELACROIX Eugène (1798-1863). L.A., 21 novembre 1823, a Félix GUILLEMARDET a Mâc…
Descrizione

DELACROIX Eugène (1798-1863).

L.A., 21 novembre 1823, a Félix GUILLEMARDET a Mâcon; in seguito a un L.A.S. di Jean-Baptiste PIERRET; 3 pagine e un quarto in-4 (di cui 1 ¼ di Pierret), indirizzo (piccolo strappo nel sigillo riparato). Lettera amichevole al suo compagno di studi, mentre dipinge i massacri di Scio. [Félix Guillemardet (1796-1842) e Jean-Baptiste Pierret (1795-1854) erano stati compagni di Delacroix al Lycée impérial (oggi Louis-le-Grand), e sarebbero sempre rimasti suoi fedeli amici]. La lettera è iniziata da Pierret il 14 novembre, quando "è venuto a passare la serata a casa di Delacroix [...] Mi attira che io vi scriva. [...] Non abbiamo più bisogno di scriverci per conoscere certe cose. Dopo secoli di separazione e di taciturno, ho la certezza che ti avrei ritrovato nel punto in cui ti avevo lasciato. [...] Delacroix ed io ci siamo chiesti molte volte: cosa sta facendo? Il 21 novembre, Delacroix scrive al suo amico scusandosi per il ritardo della sua lettera... "Inverno o estate, c'è sempre tempo per godersi la campagna e lo si sente: è anche naturale che si rimpianga il piacere che si può ottenere qui e che noi tutti trascuriamo così scandalosamente: ma questi progetti, io stesso li ho formati mille volte quando ero lontano da Parigi. Quando siamo a centinaia di leghe di distanza, sembra che la Rue du Bac e il Pont non siano niente da attraversare. In campagna una passeggiata è lunga una lega ed è solo uno scherzo. Qui è un'altra cosa e non so spiegare perché. [...] In ogni caso, devo rendervi giustizia, è che siete senza dubbio il più devoto ai lunghi viaggi e che considerate un viaggio al fauxbourg St Germain come niente, quando pensate di trovarci lì. Per essere un uomo di gabinetto e di toga hai preso molto male il tuo tempo per assentarti. Ci sono molti casi deliziosi di omicidio e di avvelenamento al Palazzo che fanno girare la testa a tutti quelli che portano l'ermellino, genti togatæ. Vi parlo solo di quelli che stanno per accadere, senza contare l'affare Castaing [l'avvelenatore] che ha appena occupato tutte le voci di fama per [giorni] e di cui non si parla più. Torna a vedere lo stabilimento del nostro buon sarto Pierret. Ha un piccolo salone affascinante dove le serate passeranno troppo in fretta tra mille sensazioni piacevoli. [...] Per quanto mi riguarda, faccio il mio quadro [Massacri di Scio] nello stesso studio [rue de Grenelle Saint-Germain] perché è impossibile trovarne un altro. Avevo sperato che il Salone sarebbe stato ritardato, ma non sarà così. Qui sono costretto a riprendere il colletto e ad affrettarmi. Tanto meglio. Forse avrà più successo per me"... Lettres intimes (XXXI, p. 143).

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DELACROIX Eugène (1798-1863).

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