Circle of GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI "IL GUERCINO" (Italy, 1591-1666) Circolo d…
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Circle of GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI "IL GUERCINO" (Italy, 1591-1666)

Circolo di GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI "IL GUERCINO" (Italia, 1591-1666) "Santo". Olio su tela. Rilegato. Presenta difetti e aggiunte ai lati. Misure: 48 x 38 cm. Nonostante i pochi riferimenti iconografici che esistono in questo ritratto femminile, per i tratti della donna, l'abbigliamento e anche la posizione del viso, è molto probabile che si tratti di una rappresentazione religiosa. Probabilmente una santa martire, o anche un frammento della Buona Samaritana. Un personaggio descritto nella Bibbia da San Giovanni (4, 4-26) e che ha una lunga tradizione nell'arte, per le allusioni del testo all'acqua come "Grazia divina" o "Acqua viva", per la velata allusione alla predicazione e all'evangelizzazione nel testo. L'opera presenta analogie con la cerchia estetica del Guercino, che fu uno dei più acclamati artisti italiani della prima metà del XVII secolo. Nacque nel villaggio di Cento in provincia di Ferrara. Le principali influenze che plasmarono il suo stile furono il bolognese Ludovico Carracci, suo cugino Annibale Carracci e il ferrarese Ippolito Scarsella. A parte un soggiorno di due anni a Roma durante il papato del bolognese Gregorio XV Ludovisi, fu attivo nella sua città natale fino al 1642 quando si trasferì nella vicina Bologna. Aveva circa venticinque anni quando venne all'attenzione dei suoi primi clienti importanti, tra cui il cardinale Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna; il cardinale Jacopo Serra, legato papale a Ferrara; il granduca Cosimo II di Toscana e il duca Ferdinando Gonzaga di Mantova. A metà degli anni 1620 aveva rifiutato gli inviti a lavorare fuori dall'Italia, tra gli altri da Carlo I d'Inghilterra. Sembra che fosse riluttante ad entrare in competizione diretta con i suoi rivali bolognesi, specialmente Guido Reni, che dal 1610 circa era il pittore più celebrato in Italia. La maggior parte della sua abbondante produzione consiste in pale d'altare e dipinti da cavalletto, ma nella prima metà della sua carriera dipinse anche affreschi a Cento, Bologna, Roma (l'Aurora sul soffitto del Casino Ludovisi) e la cattedrale di Piacenza (1626-1627). Il suo primo stile "tenebrista" è caratterizzato da luci drammatiche, colori saturi e composizioni agitate. Il soggiorno romano lo porta a modificare gradualmente il suo stile verso un linguaggio molto più idealizzato e classico, con composizioni più calme e strutturate, contorni più eleganti, una tavolozza generalmente più chiara e toni pastello più ricchi.

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