Charles-André dit Carle van LOO (Nice 1705 - Paris 1765)

Presunto autoritratto con turbante e colletto di pelliccia Pietra nera, gesso rosso, lumeggiature di gesso bianco e pastello blu e rosa su carta beige Annotato Carle van Loo in matita nera, in basso a destra, sul supporto Piccole macchie, disegno foderato Vecchie etichette sul retro della cornice: Le Krain, Carle Van Loo,/Ritratto dell'attore Lekrain, nel ruolo di Orosmane nella tragedia di Voltaire: Zaire 47 x 37,3 cm Provenienza: Ex collezione Soleirol, Parigi, 1861, sua vendita del 29-30 aprile, I e II maggio, n. 578 Acquistato in questa vendita dal Dr. Herpin Passato attraverso la figlia di quest'ultimo nella collezione di Gaston Maugras e poi all'attuale proprietario. Bibliografia: M. C. Sahut, Carle Van Loo, Premier peintre du roi, catalogo della mostra, Nizza, Musée Chéret, 21 gennaio-13 marzo 1977, p. 134, fig. 396, repr. (al contrario) La fisionomia piacevole e "bonaria", con il sorriso che emerge nell'angolo, è evocativa della personalità del pittore, di cui Dandré-Bardon lodava la "bontà naturale". Carle Vanloo fu un eminente esponente delle fantasie orientali, quelle "turqueries" di cui la società francese era infatuata, come Il pascià che dipinge la sua amante dipinto nel 1737 per Jean de Jullienne (ora nel Virginia Museum of Fine Arts, Richmond). Il ritratto è passato per quello di Lekain nel XIX secolo. Henri-Louis Caïn, detto Lekain, fu un tragico francese (Parigi, 1729-1778) che, grazie a Voltaire, ottenne un debutto al Théâtre-Français nel 1750. Eccelleva soprattutto nel ruolo di Orosmane nella tragedia di Voltaire "Zaire" del 1732. La fisionomia del modello sembra essere quella di un autoritratto, come nel ritratto dipinto conservato a Leningrado (opus citato, n°176), o l'incisione con il berretto di pelliccia (opus citato sopra, n° 480).