Descrizione

HENRI LAURENS (1885-1954) NASI ALLA SFINGE Anteprima in bronzo di patina bruno-noir Firmato con il monogramma e il marchio del fondatore "Alexis Rudier/Fondeur Paris" sulla terrazza. Fonte realizzata prima del 1952 sulla base di un modello realizzato alla fine degli anni 1920. Bronzo con patina marrone-nera; firmato con il monogramma dell'artista e il marchio della fonderia sulla base Concepita alla fine degli anni '20, questa versione in bronzo è stata fusa durante la vita dell'artista e prima del 1952. HAUT. 14,5 CM - 5 11/16 IN. LUNGO. 37,4 CM - 14 3/4 IN. PROVENIENZA Collezione Suzanne et Georges Ramié, Vallauris. Puis par descendance. La donna accovacciata e appesa a un panno è un tema di elezione per Henri Laurens. A partire dal 1921, appaiono alcuni gruppi composti da due donne che si appoggiano, a volte, alla testa. Essi costituiscono comunque una figura d'eccezione nell'opera dello scultore che preferisce concentrarsi su figure isolate. Se queste ultime riprendono in primo luogo l'idée cubiste du sujet traité sur plusieurs faces à la fois, esse sono anche espressione di un vero e proprio classicismo. Coniugando con sottigliezza arrondis e courbes a partire dal milieu des années 1920, elles feront dire en 1960 à Jacques Bornibus : "Nel momento stesso in cui il cubismo vede i suoi adepti disperdersi in modo definitivo, egli [Laurens] dona alla scultura una sorta di sintesi classica". "La scultura di Laurens è per me, più che per chiunque altro, una vera e propria proiezione di lui stesso nello spazio, un po' come un'ombra a tre dimensioni. Il suo stesso modo di respirare, di toccare, di sentire, di pensare, diventa oggetto, diventa scultura. Questa scultura è complessa; è fragile come una verga (je voudrais dire 'ou comme une racine', j'en suis moins sûr, bien qu'elle soit par certains côtés plus proche de la racine que du verre); en même temps, elle rappelle une figure humaine réinventée, elle est surtout le 'double' de ce qui rend Laurens identique à lui-même à travers le temps ; ma ognuna delle sue sculture è anche la cristallizzazione di un momento particolare di questo tempo (si potrebbe pensare che questo valga per tutte le sculture, ma non ne sono convinto, in ogni caso, non lo è né allo stesso modo, né allo stesso livello). La maggior parte della scultura è passata e ripassata dalla sensibilità dell'autore, diventando una parte della stessa sensibilità. Laurens non avanza nella sua opera se non con questo controllo assoluto e non cerca mai di passare oltre. La dimensione, la proporzione, il movimento della scultura si stabiliscono, si precisano e si concludono in base a questa stessa sensibilità profonda e complessa". Alberto Giacometti, fragment d'un article paru dans Labyrinthe en janvier 1945, cité dans Henri Laurens, cat. expo., Paris, Galerie Claude Bernard, Paris : 1960, p. 5.

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HENRI LAURENS (1885-1954)

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