COMMINES (Philippe de) I ricordi. Revueus et corrigez par Denis Sauvage de Fonte…
Descrizione

COMMINES (Philippe de)

I ricordi. Revueus et corrigez par Denis Sauvage de Fontenailles en Brie, sur un Exemplaire pris à l'original de l'Autheur, & suyvant les bons Historiographes & Croniqueurs. Parigi, [Guillaume Morel per] Galiot du Pré, 1561. In-folio, marocchino marrone, incorniciato da una roulette, grande decorazione dorata sulle tavole composta da due grandi scomparti disegnati da filetti e volute di pelle agli angoli, il tutto decorato con rami e fleurs-de-lis, stemma in testa, i due scomparti separati da una menzione in capitelli dorati su quattro righe (diversa su ogni tavola), dorso liscio decorato con una decorazione a ramificazioni, bordi dorati e cesellati (Legatura della seconda metà del XVI secolo). Edizione dedicata a Enrico II, stampata in caratteri romani, il titolo inserito in una grande cornice xilografica. Copia presente, in una straordinaria e preziosissima "legatura epigrafica" del XVI secolo, decorata con fogliame e volute di pelle. Porta, in due grandi cartigli rettangolari, due iscrizioni in forma di quartine diverse per ogni tavola, e in testa alle due tavole lo stemma del duca d'Angiò circondato dal collare dell'Ordine di San Michele. Queste due iscrizioni trascrivono la prima e l'ultima quartina della dedica manoscritta dell'epoca, in versi, che appare sulla prima carta finale del volume. La prima riga di questa dedica, Grand duc second apuy de l'empire de France, si riferisce ovviamente al duca d'Angiò, fratello minore del re Carlo IX, che dal 12 novembre 1567 era la seconda persona più importante dello stato dopo il re, avendo Caterina de Médicis nominato tenente generale del regno, cioè capo degli eserciti reali. Divenne re di Francia alla morte di Carlo IX nel 1574, con il nome di Enrico III. Questa lunga dedica può essere analizzata come un codice di condotta politica e di lezioni da trarre dalle vite dei grandi re di Francia, in questo caso da quelle evocate da Philippe de Commines nelle sue Memorie. Nelle sue Memorie, Philippe de Commines scrive: "Senza scappare lontano, recongnoissez l'exemple/Qui vous monstre à vous mesme en ces discours expres!"... "Quant vou seriez cent ans sur la terre demeuré,/Voyez des Roys d'un temps divers deportemens!"... "Voicy le vray miroer des Princes et des Roys,/Du bien et du mal faict un ouvert exemplaire,/Des vices et virtues vous verrez le choix/Pour garder de vous perdant et vous gardant bien faire". Bisogna ricordare che il duca d'Angiò aveva solo 16 anni quando fu nominato capo delle armate reali... Una copia della dedica appare nell'album di poesie compilato da Marguerite de Valois (1553-1615), sorella di Francesco II, Carlo IX ed Enrico III, accompagnata da due menzioni: una a Monsieur, che designa senza dubbio il dedicatario, e l'altra a Philippe de Commines, rimasta misteriosa agli editori scientifici di "Marguerite de Valois, Album de poésies, edizione di Colette Winn e François Rouget, 2009, n°XLV, p. 140", ma che assume qui il suo significato, non il nome dell'autore della poesia, non trovato - e a ragione - dagli editori, ma quello della sua origine ormai scoperta: il nostro volume, per il quale è stata creata questa dedica, rimasta anonima. L'album di poesie di Marguerite de Valois contiene circa 200 poesie copiate da diverse mani negli anni 1570-1580. Nel XIX secolo apparteneva a Louis Monmerqué, ed è ora nella biblioteca della Société de l'Histoire du Protestantisme Français. Riguardo a chi possa aver commissionato questa sontuosa rilegatura, offerta al giovane principe con un'autorità sufficiente a fargli accettare il consiglio, la logica impone di collocarla nella prima cerchia dei Valois, e perché non designare la stessa regina Caterina de Médicis, sua madre. La rilegatura può essere datata al 1570-1580: la combinazione di fogliame, in numero abbastanza elevato, e di vari cartigli di cuoio si trova su rilegature di fanfare di questo periodo. Tuttavia, la logica storica suggerisce che dovrebbe essere datato tra il 1567 e il 1574. Può essere paragonato a un'altra rilegatura epigrafica che copre un elogio funebre di Enrico II, pubblicato a Parigi da Vascosan nel 1560, conservato alla BnF e riprodotto nel catalogo Des livres rares depuis l'invention de l'imprimerie (n°71, nota di Fabienne Le Bars). La copia è regolata. Apparteneva all'inizio del XVIII secolo ad un uomo chiamato Blondeau de La Vallier, censore alla corte di La Flèche, il cui ex-libris manoscritto è ripetuto tre volte nel volume. Legatura molto restaurata, tavole e dorso rimontati; il bordo fleurdelisé sulle tavole, la parte inferiore e superiore del dorso rimontati; la fodera e i frontespizi rinnovati. Il foglio di dedica e il titolo sono stati reintrodotti, con il bordo inferiore restaurato.

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