Null JUAN GENOVÉS (Valencia, 1930 - Madrid, 2020).

"Reseña 6", 1996.

Olio su t…
Descrizione

JUAN GENOVÉS (Valencia, 1930 - Madrid, 2020). "Reseña 6", 1996. Olio su tela. Con etichetta sul retro della Marlborough Gallery, New York. Firmato e datato in basso a destra. Dimensioni: 33 x 41 cm; 37 x 45 cm (cornice). Negli anni 90 Genovés ha lavorato su questo tipo di composizione senza elementi di colore, semplicemente con il contrasto tra bianco e nero. Allestisce scene attraverso elementi disposti in una composizione circolare. In molte di queste opere si vede la figura umana, in un certo modo distorta, però in questo caso particolare la distorsione va molto oltre, in modo che si veda solo la forma stessa, senza alcun dettaglio. In questo modo lo spettatore si avvicina a strutture totemiche come Stonehenge. Uno dei principali esponenti del realismo socio-critico degli anni Cinquanta, Juan Genovés si formò alla Scuola di Belle Arti di Valencia e nel 1955 fece il suo primo viaggio a Parigi. Con il tempo la sua arte si evolverà sulla linea dell'esistenzialismo. Membro fondatore di vari gruppi, come Los Siete, Parpalló e Hondo, dopo la sua mostra del 1965 alla Biblioteca Nacional, il suo cosiddetto "realismo politico" ne fa un convinto difensore della libertà. La sua visione lo rende davvero unico; la figura umana è sempre protagonista, sia nella sua presenza che nella sua assenza e persino nelle sue ombre, nelle quali risiede tutta la carica onirica dell'angoscia esistenziale. Genovés parte da un approccio fotografico, cercando una costante trasformazione della prospettiva del motivo, del punto di vista. Con questo cambio di prospettiva l'autore ci avvicina o allontana dalla scena, cercando il movimento delle masse guidato dall'intelligenza collettiva e operaia che dà trascendenza all'insensatezza dell'esperienza individuale e rende evidente la solitudine, la manipolazione e l'ingiustizia a cui l'essere umano è esposto. L'artista critica la cultura di massa che favorisce la competitività, il consumismo, l'individualità e la perdita dei valori sociali. Espressivo nell'uso dei formati pittorici e dei materiali in contrasto con la forza del suo soggetto, Genovés è simbolista nella composizione e nei ritmi. Nella sua opera si interroga costantemente sulla libertà dell'uomo nella società attuale e sulla sua stessa libertà all'interno della sua produzione. Più conosciuto all'estero che nel nostro paese, ha partecipato a numerose biennali come le Biennali ispano-americane dell'Avana e di Barcellona, la Biennale di Parigi e l'Esposizione universale di New York. Nel 1994 l'IVAM gli ha dedicato un'importante retrospettiva. Ha tenuto mostre personali in tutta la Spagna, così come a Porto Rico, Rio de Janeiro, Lisbona, Roma, New York, Tokyo, Torino, Berlino, Montreal, Zurigo, Bogotà e Parigi. Juan Genovés è presente nell'IVAM di Valencia, nel Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, nella Fondazione Juan March, nel Centre National d'Art Contemporain di Parigi, nel MOMA di New York e nelle collezioni La Caixa, Argentaria e Thyssen-Bornemisza.

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JUAN GENOVÉS (Valencia, 1930 - Madrid, 2020). "Reseña 6", 1996. Olio su tela. Con etichetta sul retro della Marlborough Gallery, New York. Firmato e datato in basso a destra. Dimensioni: 33 x 41 cm; 37 x 45 cm (cornice). Negli anni 90 Genovés ha lavorato su questo tipo di composizione senza elementi di colore, semplicemente con il contrasto tra bianco e nero. Allestisce scene attraverso elementi disposti in una composizione circolare. In molte di queste opere si vede la figura umana, in un certo modo distorta, però in questo caso particolare la distorsione va molto oltre, in modo che si veda solo la forma stessa, senza alcun dettaglio. In questo modo lo spettatore si avvicina a strutture totemiche come Stonehenge. Uno dei principali esponenti del realismo socio-critico degli anni Cinquanta, Juan Genovés si formò alla Scuola di Belle Arti di Valencia e nel 1955 fece il suo primo viaggio a Parigi. Con il tempo la sua arte si evolverà sulla linea dell'esistenzialismo. Membro fondatore di vari gruppi, come Los Siete, Parpalló e Hondo, dopo la sua mostra del 1965 alla Biblioteca Nacional, il suo cosiddetto "realismo politico" ne fa un convinto difensore della libertà. La sua visione lo rende davvero unico; la figura umana è sempre protagonista, sia nella sua presenza che nella sua assenza e persino nelle sue ombre, nelle quali risiede tutta la carica onirica dell'angoscia esistenziale. Genovés parte da un approccio fotografico, cercando una costante trasformazione della prospettiva del motivo, del punto di vista. Con questo cambio di prospettiva l'autore ci avvicina o allontana dalla scena, cercando il movimento delle masse guidato dall'intelligenza collettiva e operaia che dà trascendenza all'insensatezza dell'esperienza individuale e rende evidente la solitudine, la manipolazione e l'ingiustizia a cui l'essere umano è esposto. L'artista critica la cultura di massa che favorisce la competitività, il consumismo, l'individualità e la perdita dei valori sociali. Espressivo nell'uso dei formati pittorici e dei materiali in contrasto con la forza del suo soggetto, Genovés è simbolista nella composizione e nei ritmi. Nella sua opera si interroga costantemente sulla libertà dell'uomo nella società attuale e sulla sua stessa libertà all'interno della sua produzione. Più conosciuto all'estero che nel nostro paese, ha partecipato a numerose biennali come le Biennali ispano-americane dell'Avana e di Barcellona, la Biennale di Parigi e l'Esposizione universale di New York. Nel 1994 l'IVAM gli ha dedicato un'importante retrospettiva. Ha tenuto mostre personali in tutta la Spagna, così come a Porto Rico, Rio de Janeiro, Lisbona, Roma, New York, Tokyo, Torino, Berlino, Montreal, Zurigo, Bogotà e Parigi. Juan Genovés è presente nell'IVAM di Valencia, nel Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, nella Fondazione Juan March, nel Centre National d'Art Contemporain di Parigi, nel MOMA di New York e nelle collezioni La Caixa, Argentaria e Thyssen-Bornemisza.

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