Null Cavalca, Domenico - Pungi lingua

Firenze, [Bartolomeo di Libri], 10 giugno…
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Cavalca, Domenico - Pungi lingua Firenze, [Bartolomeo di Libri], 10 giugno 1494. In 4°. Esemplare mancante dei primi due fascicoli segnati a-b per un totale di 16 carte supplite manoscritte nel secolo XVIII, esemplare fresco e marginoso, legatura del sec.XVIII in marocchino rosso con cornici dorate ai piatti e al dorso, dorso rovinato soprattutto alle cuffie. Ex libris incollato al contropiatto di Angelo Domenico Castellani, sul foglio di guardia altro ex libris della biblioteca Cornaggia Medici e diverse note bibliografiche a matita e inchiostro.

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Cavalca, Domenico - Pungi lingua Firenze, [Bartolomeo di Libri], 10 giugno 1494. In 4°. Esemplare mancante dei primi due fascicoli segnati a-b per un totale di 16 carte supplite manoscritte nel secolo XVIII, esemplare fresco e marginoso, legatura del sec.XVIII in marocchino rosso con cornici dorate ai piatti e al dorso, dorso rovinato soprattutto alle cuffie. Ex libris incollato al contropiatto di Angelo Domenico Castellani, sul foglio di guardia altro ex libris della biblioteca Cornaggia Medici e diverse note bibliografiche a matita e inchiostro.

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KIRCHER (Atanasio): Athanasii Kircheri fuldensis Buchonii E soc. Iesu Prodromus coptus sive ægyptiacus. Roma, Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede, 1636. Un volume. 16 x 24 cm. 340 pagine. Piena pergamena coeva con l'arme del cardinale Lorenzo Magalotti (Fasciata in or e zibellino con capo in gules caricato del motto "LIBERTAS" in lettere in or.), con doppia bordura e pennacchi, dorso decorato. Piccola rosicatura alla base della tavola superiore (difetto minore), mancanza di lacci. Due piccole tracce di leggera umidità marginale. Rarissimo foxing. Alcune foglie brunite. Per il resto copia molto bella, in una legatura di qualità ben conservata. Prima edizione di quest'opera sulla lingua copta del gesuita tedesco Athanasius KIRCHER (1602-1680), con una vignetta sul frontespizio recante lo stemma del cardinale Barberini (che fu vescovo di Ferrara), al quale il libro è dedicato. KIRCHER fu fisico, matematico, orientalista, cabalista e filologo. Il libro è la prima grammatica pubblicata della lingua copta. È a Kircher che, secondo Champollion, "l'Europa colta deve in qualche modo la conoscenza della lingua copta". Il volume contiene molti passaggi stampati in caratteri copti, oltre che in ebraico, siriaco e cinese. È illustrato con figure xilografiche nel testo. Il cardinale Lorenzo Magalotti, il cui stemma orna la rilegatura, era imparentato con papa Urbano VIII, maffeo Barberini, poiché suo fratello Carlo Barberini aveva sposato la devotissima sorella di Lorenzo, Costanza. Magalotti era quindi un membro della famiglia Barberini, a cui il libro è dedicato. La parola LIBERTAS sul capo è molto rara nell'araldica ecclesiastica, poiché i motti sono generalmente collocati più in basso, su un cartiglio e sotto lo stemma. Questa eccezione deriva dalla partecipazione della famiglia Magalotti alla resistenza di Firenze contro Papa Gregorio XI nel 1535-1536. In seguito a questo impegno, lo stemma dei Magalotti si arricchì del motto LIBERTAS, che questo glorioso passato ha poi protetto, nonostante ciò che dice della sua opposizione al papato. Lo stemma sulla rilegatura è quindi legato alla famiglia protettrice di KIRCHER, i Barberini... Un sentito ringraziamento al dotto P. S. per il suo aiuto in questa ricerca araldica.

Dopo ANDREA DEL VERROCCHIO (Firenze, 1435 - Venezia, 1488). "Il Condottiero Bartolomeo Colleoni". Bronzo. Ferdinand Barbedienne Fondeur. Misure: 16 x 43 x 17 cm. Replica in medio formato del monumento equestre in bronzo dedicato al Condottiero Bartolomeo Colleoni, alto 395 cm senza il piedistallo, realizzato da Andrea del Verrocchio tra il 1480 e il 1488 e situato a Venezia, nella piazza dei Santi Giovanni e Paolo. Si tratta della seconda statua equestre del Rinascimento, dopo il monumento al Gattamelata di Donatello a Padova, 1446-53. La sua storia risale al 1479, quando la Repubblica di Venezia decretò la realizzazione di un monumento equestre dedicato al Condottiero, morto tre anni prima, da collocare nella Piazza dei Santi Giovanni e Paolo. Nel 1480 ne fu incaricato il Verrocchio, che iniziò il lavoro nella sua bottega di Firenze. Nel 1481 il modello in cera fu inviato a Venezia, dove l'artista si recò nel 1486 per dirigere personalmente la fusione del modello finale, in bronzo a cera persa. Andrea Verrocchio morì nel 1488 con l'opera incompiuta, anche se il modello in cera sarebbe rimasto, e nel suo testamento stabilì che Lorenzo di Credi avrebbe dovuto continuare il progetto. Tuttavia, la Signoria veneziana preferì l'artista locale Alessandro Leopardi, pittore e scultore, multidisciplinare in senso moderno, come lo era stato lo stesso Verrocchio. L'artista fiorentino basò la creazione del monumento sulla statua equestre del Gattamelata di Donatello, sulle antiche statue di Marco Aurelio e dei cavalli di San Marco (XIII secolo) e del Regisole (opera tardo antica di Pavia, perduta nel XVIII secolo). Vi erano anche affreschi di Giovanni Acuto, Paolo Ucello e Andrea del Castagno. C'era, d'altra parte, l'importante problema tecnico di rappresentare il cavallo con la zampa anteriore sollevata, in una maestosa posizione avanzata, che Donatello aveva prudentemente risolto ponendo una sfera sotto la zampa sollevata. Verrocchio sarà il primo a riuscire a erigere una statua equestre sostenuta solo da tre gambe.