Null École italienne de la seconde moitié du XVIIIe siècle
Cavallo attaccato da …
Description

École italienne de la seconde moitié du XVIIIe siècle Cavallo attaccato da un leone dopo l'antichità Bronzo con patina nera. H: 18 cm, su base in marmo verde H: 11 cm (Patina sporca, incidente alla base). Opere correlate : -Fine IV secolo a.C., Leone che attacca un cavallo, marmo, Roma, Museo Capitolino; -Susini su modello del Giambologna, Leone che attacca un cavallo, tra il 1580-1590, bronzo, Detroit Institute of Art, inv. 25.20 ; -Giovanni Francesco Susini su modello del Giambologna, Leone che attacca un cavallo, 1630/40 circa, bronzo con ricca patina rossa sfumata, Collezione dei Principi del Liechtenstein, inv. SK547; Letteratura correlata: -F. Haskell & N. Penny, For the Love of Antiquity. Greek-Roman Statuary and European Taste-1500/1900, Hachette, Yale University press, 1981, pp.266-267; -Les bronzes de la couronne, cat. exp. Parigi, Musée du Louvre, aprile-luglio 1999, P: 78, n. 19 nn. 149-150. Questo gruppo raffigurante un leone che attacca un cavallo si ispira al celebre antico conservato al Museo Capitolino di Roma, la cui composizione fu restaurata e completata nel 1594 da Ruggero Bascape, allievo di Michelangelo (atteggiamento della testa; zampe e coda del cavallo e zampe posteriori). Il soggetto fu mirabilmente ripreso dal famoso scultore di origine fiamminga attivo a Firenze alla fine del XVI secolo, Giovanni da Bologna, detto il Giambologna. Egli realizzò una coppia di bronzetti d'arte con un leone che attacca un toro e un leone che attacca un cavallo. Il soggetto fu ripreso dal suo non meno famoso emulatore Antonio Susini. L'unico calco superstite a lui attribuibile è conservato al Detroit Institute of Art (inv. 25.20). Il soggetto ebbe una lunga carriera, venendo riprodotto in formati più piccoli e con diverse varianti e qualità da generazioni di scultori italiani e francesi. La versione più fedele alla composizione originaria dell'antico si trovò a competere con quella del Giambologna con l'antiquomania che si diffuse a partire dalla seconda metà del Settecento in Italia e con il collezionismo del Grand Tour a cavallo del XVIII secolo. Il Grand Tour a cavallo del Settecento.

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École italienne de la seconde moitié du XVIIIe siècle Cavallo attaccato da un leone dopo l'antichità Bronzo con patina nera. H: 18 cm, su base in marmo verde H: 11 cm (Patina sporca, incidente alla base). Opere correlate : -Fine IV secolo a.C., Leone che attacca un cavallo, marmo, Roma, Museo Capitolino; -Susini su modello del Giambologna, Leone che attacca un cavallo, tra il 1580-1590, bronzo, Detroit Institute of Art, inv. 25.20 ; -Giovanni Francesco Susini su modello del Giambologna, Leone che attacca un cavallo, 1630/40 circa, bronzo con ricca patina rossa sfumata, Collezione dei Principi del Liechtenstein, inv. SK547; Letteratura correlata: -F. Haskell & N. Penny, For the Love of Antiquity. Greek-Roman Statuary and European Taste-1500/1900, Hachette, Yale University press, 1981, pp.266-267; -Les bronzes de la couronne, cat. exp. Parigi, Musée du Louvre, aprile-luglio 1999, P: 78, n. 19 nn. 149-150. Questo gruppo raffigurante un leone che attacca un cavallo si ispira al celebre antico conservato al Museo Capitolino di Roma, la cui composizione fu restaurata e completata nel 1594 da Ruggero Bascape, allievo di Michelangelo (atteggiamento della testa; zampe e coda del cavallo e zampe posteriori). Il soggetto fu mirabilmente ripreso dal famoso scultore di origine fiamminga attivo a Firenze alla fine del XVI secolo, Giovanni da Bologna, detto il Giambologna. Egli realizzò una coppia di bronzetti d'arte con un leone che attacca un toro e un leone che attacca un cavallo. Il soggetto fu ripreso dal suo non meno famoso emulatore Antonio Susini. L'unico calco superstite a lui attribuibile è conservato al Detroit Institute of Art (inv. 25.20). Il soggetto ebbe una lunga carriera, venendo riprodotto in formati più piccoli e con diverse varianti e qualità da generazioni di scultori italiani e francesi. La versione più fedele alla composizione originaria dell'antico si trovò a competere con quella del Giambologna con l'antiquomania che si diffuse a partire dalla seconda metà del Settecento in Italia e con il collezionismo del Grand Tour a cavallo del XVIII secolo. Il Grand Tour a cavallo del Settecento.

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