Null André BRETON (1896-1966). Manoscritto autografo firmato, Autodidactes dits …
Descrizione

André BRETON (1896-1966). Manoscritto autografo firmato, Autodidactes dits "naïfs", New York 1941-1942; 3 pagine in-4. Interessante testo di critica d'arte sui Naïfs, nella sua versione originale, in parte inedita. Il manoscritto, ampiamente barrato e corretto, è in tre parti, di cui solo l'ultima è stata raccolta in Le Surréalisme et la Peinture (New York, Brentano's, 1945). I primi due fogli si riferiscono al libro di Sidney Janis They taught themselves (New York, 1942) e alla sua raccolta di pittori primitivi americani autodidatti. Il primo testo, che reca il titolo a penna rossa, inizia così: "Nel XX secolo, la coscienza artistica vivente, evolvendosi di pari passo con il bisogno di conoscenza, ha quattro principali poli di attrazione, ed è influenzata da quattro singolari modi di espressione: - 1° la scultura dei popoli primitivi (l'Africa lascia gradualmente il posto all'Oceania e all'antica America), - 2° i disegni dei bambini al di sotto dei dieci anni, - 3° i disegni e i dipinti dei medium in trance, - 4° la produzione artistica dei folli (soprattutto schizofrenici)...". Ci sono anche i pittori autodidatti, "puri da ogni macchia di educazione artistica", che sono "una fonte di freschezza e di franchezza", e nell'emozione che Breton prova, ritrova il "filo magnetico" che attraversa le tele di Douanier Rousseau, il "Palazzo ideale" di Facteur Cheval e le creazioni di Hirschfield.... La seconda pagina, intitolata They taught themselves, è datata "New York 14 settembre 1941". Si tratta di una seconda versione del testo precedente; tradotto in inglese, è stato utilizzato per presentare la mostra della collezione di Sidney Janis ed è stato riprodotto sulla copertina del libro di Janis; la versione francese è inedita (una traduzione dell'inglese è pubblicata nelle Œuvres complètes, t.IV, p.1186). Breton conclude: "Per quanto ne so, è la prima volta che un'eccezionale capacità di osservazione e di deduzione, di carattere interamente scientifico, si unisce a un senso ammirevole della qualità artistica e poetica. Quest'ultima non ha mai smesso di esprimersi nella scelta infallibile che presiede all'assemblaggio dei dipinti della sua collezione, tutti intellettualmente significativi o che segnano una tappa importante sotto qualche aspetto nella direzione del mistero e del fuoco". L'ultima pagina, intitolata Prefazione, firmata e datata alla fine "New York 19 gennaio 1942", riporta, con importanti cancellature e correzioni, il testo raccolto in Le Surréalisme et la Peinture. In esso, Breton evoca Douanier Rousseau, che paragona a Georges Courteline e Alfred Jarry: "Rousseau ha il potere insignificante, se non di far appassire quasi tutta la pittura dietro di sé, almeno di far apparire irrisori i mezzi artistici che vengono insegnati e la cui codificazione tende a stabilire una perfezione tutta formale sulle rovine dell'ispirazione". Conclude elogiando l'opera di Sidney Janis, "che presta ai pittori americani autodidatti il suo fervido sostegno, ha il privilegio di vivere nell'intimità del capolavoro che, a loro insaputa, comanda la linea della loro produzione: intendo il Sogno di Rousseau. [...] Come un tempo la Vergine di Cimabue passeggiava per Roma, sarà forse opportuno un giorno, tra opere della stessa sincerità e lungimiranza, portarla processionalmente per le strade". Ex collezione Jacques Millot (Bibliothèque du Professeur Millot, 15 giugno 1991, n. 28, 1°).

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André BRETON (1896-1966). Manoscritto autografo firmato, Autodidactes dits "naïfs", New York 1941-1942; 3 pagine in-4. Interessante testo di critica d'arte sui Naïfs, nella sua versione originale, in parte inedita. Il manoscritto, ampiamente barrato e corretto, è in tre parti, di cui solo l'ultima è stata raccolta in Le Surréalisme et la Peinture (New York, Brentano's, 1945). I primi due fogli si riferiscono al libro di Sidney Janis They taught themselves (New York, 1942) e alla sua raccolta di pittori primitivi americani autodidatti. Il primo testo, che reca il titolo a penna rossa, inizia così: "Nel XX secolo, la coscienza artistica vivente, evolvendosi di pari passo con il bisogno di conoscenza, ha quattro principali poli di attrazione, ed è influenzata da quattro singolari modi di espressione: - 1° la scultura dei popoli primitivi (l'Africa lascia gradualmente il posto all'Oceania e all'antica America), - 2° i disegni dei bambini al di sotto dei dieci anni, - 3° i disegni e i dipinti dei medium in trance, - 4° la produzione artistica dei folli (soprattutto schizofrenici)...". Ci sono anche i pittori autodidatti, "puri da ogni macchia di educazione artistica", che sono "una fonte di freschezza e di franchezza", e nell'emozione che Breton prova, ritrova il "filo magnetico" che attraversa le tele di Douanier Rousseau, il "Palazzo ideale" di Facteur Cheval e le creazioni di Hirschfield.... La seconda pagina, intitolata They taught themselves, è datata "New York 14 settembre 1941". Si tratta di una seconda versione del testo precedente; tradotto in inglese, è stato utilizzato per presentare la mostra della collezione di Sidney Janis ed è stato riprodotto sulla copertina del libro di Janis; la versione francese è inedita (una traduzione dell'inglese è pubblicata nelle Œuvres complètes, t.IV, p.1186). Breton conclude: "Per quanto ne so, è la prima volta che un'eccezionale capacità di osservazione e di deduzione, di carattere interamente scientifico, si unisce a un senso ammirevole della qualità artistica e poetica. Quest'ultima non ha mai smesso di esprimersi nella scelta infallibile che presiede all'assemblaggio dei dipinti della sua collezione, tutti intellettualmente significativi o che segnano una tappa importante sotto qualche aspetto nella direzione del mistero e del fuoco". L'ultima pagina, intitolata Prefazione, firmata e datata alla fine "New York 19 gennaio 1942", riporta, con importanti cancellature e correzioni, il testo raccolto in Le Surréalisme et la Peinture. In esso, Breton evoca Douanier Rousseau, che paragona a Georges Courteline e Alfred Jarry: "Rousseau ha il potere insignificante, se non di far appassire quasi tutta la pittura dietro di sé, almeno di far apparire irrisori i mezzi artistici che vengono insegnati e la cui codificazione tende a stabilire una perfezione tutta formale sulle rovine dell'ispirazione". Conclude elogiando l'opera di Sidney Janis, "che presta ai pittori americani autodidatti il suo fervido sostegno, ha il privilegio di vivere nell'intimità del capolavoro che, a loro insaputa, comanda la linea della loro produzione: intendo il Sogno di Rousseau. [...] Come un tempo la Vergine di Cimabue passeggiava per Roma, sarà forse opportuno un giorno, tra opere della stessa sincerità e lungimiranza, portarla processionalmente per le strade". Ex collezione Jacques Millot (Bibliothèque du Professeur Millot, 15 giugno 1991, n. 28, 1°).

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