Null CAMILLE CLAUDEL (1864-1943)
La Valse dite aussi Les Valseurs, versione di F…
Descrizione

CAMILLE CLAUDEL (1864-1943) La Valse dite aussi Les Valseurs, versione di Frits Thaulow de La Valse concepita intorno al [1895], nostra prova realizzata a partire dalla prova in gesso della Collezione Frits Thaulow e numerata E.A. IV/IV Gruppo scolpito. Prova in bronzo con patina marrone-verde riccamente sfumata. Edizione post mortem; dopo il 1984. Iscritta C. CLAUDEL, numerata E.A. IV/IV e recante il timbro del fondatore sul tumulo anteriore, con la dicitura Fonderie ROCHER sul lato del tumulo. Altezza: 42,5 cm - Lunghezza: 39 cm - Profondità: 20 cm Provenienza : Collezione privata, Parigi. Importante : Un certificato di autenticità del 1° dicembre 2000 di Reine-Marie Paris, pronipote di Camille Claudel e autrice di numerose opere sull'artista, sarà consegnato all'acquirente. Bibliografia: - Reine-Marie Paris & Arnaud de La Chapelle - L'œuvre de Camille Claudel - Éditions Arhis & Adam Biro, Paris, 1990. Un'opera identica, numerata 1/8, citata a pagina 134. - Reine-Marie Paris - Camille Claudel re-trouvée, catalogue raisonné - Éditions Aittouarès, Parigi, 2000. Il nostro lavoro, indicato con il numero 28-2 del catalogo, citato a pagina 290. - Anne Rivière, Bruno Gaudichon, Danielle Ghanassia - Camille Claudel, catalogo ragionato - Éditions Adam Biro, Parigi, 2001. Il nostro lavoro, indicato con il numero 33-9 del catalogo, è citato a pagina 113. - Reine-Marie Paris & Philippe Cressent - Camille Claudel: Intégrale des œuvres / Complete Works - Éditions Economica, Parigi, 2014. Un'opera identica, numerata 8/8 e citata al numero 222 del catalogo, riprodotta a pagina 458. - Reine-Marie Paris & Philippe Cressent - Camille Claudel, catalogo ragionato - Éditions Economica, Parigi, 2019. Il nostro lavoro, indicato con il numero 66-9 del catalogo, citato alle pagine 462 e 834. CAMILLE CLAUDEL (1864-1943) La Valse La Valse, gruppo realizzato tra il 1889 e il 1895, è senza dubbio l'opera più famosa dello scultore francese Camille Claudel (1864-1943). L'immagine di questi due valzer che volteggiano sull'orlo dello squilibrio è innegabilmente nella memoria di tutti ed eleverà al rango di maestro l'allieva del grande Rodin (1840-1917), che l'aveva sempre lasciata nell'ombra. Il gruppo scultoreo riscuote unanimi consensi fin dalla sua presentazione alla Société nationale des Beaux-Arts nel 1893, che ne elogia il "sapiente squilibrio "1, pregno delle ultime vestigia della storia appassionata e travolgente con il suo celebre "maestro", ma già testimone di una modernità assertiva, ereditata dal duro lavoro dell'artista. Così, più che dare forma al fenomeno modaiolo che il valzer incarnava nella società ottocentesca, Camille Claudel investì il tema delle sue passioni personali, trattando il suo gruppo con una plasticità così audace che finì per affermare l'autonomia del suo genio. La Valse (Il valzer), talvolta intitolata Les Valseurs o Les Valseurs nus, ha subito diverse variazioni e traduzioni. Originariamente completamente svestiti, in una prima versione oggi scomparsa, i valzer di Claudel vennero in seguito avvolti in un turbinio di drappeggi - uno sviluppo in risposta alle osservazioni dell'ispettorato delle Belle Arti, che ispirò lo scultore a plasmare l'immagine del gruppo come la conosciamo oggi. Nel vestire i suoi camminatori, usò la modellazione del velo come contrappeso per spingere all'estremo lo squilibrio delle sue figure, dando vita a questo movimento sospeso e infinito, pieno di poesia, che emerge da ogni temporalità. Superando l'immobilità della sua "statua ferma", Claudel riuscì a tradurre in scultura l'impressione del ritmo e, soprattutto, invitò lo spettatore a muoversi per cercare e cogliere tutta la sua complessità2. Il nostro bronzo, fuso su un calco in gesso di proprietà del pittore Fritz Thaulow, mostra la danzatrice spogliata fino alla vita, coperta da un drappo che le avvolge le gambe e si fonde infine con la base. Allungando il braccio, la sua mano si incontra con quella del ballerino di valzer, raffigurato completamente nudo, che rivela la sua muscolatura rigonfia. Radicandosi sul basamento, sembra rompere l'equilibrio, inclinando il corpo per posare un bacio alla base del collo della compagna, che si prepara a riceverlo. I loro movimenti, in una perfetta diagonale, formano questa ultima piroetta, il cui culmine sfiora il limite dell'equilibrio. Lo spettatore ha l'impressione che le figure siano in perpetuo movimento attorno a un unico asse, accentuato dal modo in cui il panneggio è modellato, conferendogli un falso senso di leggerezza. Attraverso la sensualità delle loro carni svelate e dei loro corpi che si toccano, i valzer di Claudel sembrano incarnare l'idea universale dell'amore che, sempre fluttuante, è in perfetta sintonia con il movimento infinito della danza. Simbolo di armonia e instabilità, il valzer vorticoso evoca davvero il paradosso del desiderio reciproco tra due persone, che può finire in qualsiasi momento. E presto,

CAMILLE CLAUDEL (1864-1943) La Valse dite aussi Les Valseurs, versione di Frits Thaulow de La Valse concepita intorno al [1895], nostra prova realizzata a partire dalla prova in gesso della Collezione Frits Thaulow e numerata E.A. IV/IV Gruppo scolpito. Prova in bronzo con patina marrone-verde riccamente sfumata. Edizione post mortem; dopo il 1984. Iscritta C. CLAUDEL, numerata E.A. IV/IV e recante il timbro del fondatore sul tumulo anteriore, con la dicitura Fonderie ROCHER sul lato del tumulo. Altezza: 42,5 cm - Lunghezza: 39 cm - Profondità: 20 cm Provenienza : Collezione privata, Parigi. Importante : Un certificato di autenticità del 1° dicembre 2000 di Reine-Marie Paris, pronipote di Camille Claudel e autrice di numerose opere sull'artista, sarà consegnato all'acquirente. Bibliografia: - Reine-Marie Paris & Arnaud de La Chapelle - L'œuvre de Camille Claudel - Éditions Arhis & Adam Biro, Paris, 1990. Un'opera identica, numerata 1/8, citata a pagina 134. - Reine-Marie Paris - Camille Claudel re-trouvée, catalogue raisonné - Éditions Aittouarès, Parigi, 2000. Il nostro lavoro, indicato con il numero 28-2 del catalogo, citato a pagina 290. - Anne Rivière, Bruno Gaudichon, Danielle Ghanassia - Camille Claudel, catalogo ragionato - Éditions Adam Biro, Parigi, 2001. Il nostro lavoro, indicato con il numero 33-9 del catalogo, è citato a pagina 113. - Reine-Marie Paris & Philippe Cressent - Camille Claudel: Intégrale des œuvres / Complete Works - Éditions Economica, Parigi, 2014. Un'opera identica, numerata 8/8 e citata al numero 222 del catalogo, riprodotta a pagina 458. - Reine-Marie Paris & Philippe Cressent - Camille Claudel, catalogo ragionato - Éditions Economica, Parigi, 2019. Il nostro lavoro, indicato con il numero 66-9 del catalogo, citato alle pagine 462 e 834. CAMILLE CLAUDEL (1864-1943) La Valse La Valse, gruppo realizzato tra il 1889 e il 1895, è senza dubbio l'opera più famosa dello scultore francese Camille Claudel (1864-1943). L'immagine di questi due valzer che volteggiano sull'orlo dello squilibrio è innegabilmente nella memoria di tutti ed eleverà al rango di maestro l'allieva del grande Rodin (1840-1917), che l'aveva sempre lasciata nell'ombra. Il gruppo scultoreo riscuote unanimi consensi fin dalla sua presentazione alla Société nationale des Beaux-Arts nel 1893, che ne elogia il "sapiente squilibrio "1, pregno delle ultime vestigia della storia appassionata e travolgente con il suo celebre "maestro", ma già testimone di una modernità assertiva, ereditata dal duro lavoro dell'artista. Così, più che dare forma al fenomeno modaiolo che il valzer incarnava nella società ottocentesca, Camille Claudel investì il tema delle sue passioni personali, trattando il suo gruppo con una plasticità così audace che finì per affermare l'autonomia del suo genio. La Valse (Il valzer), talvolta intitolata Les Valseurs o Les Valseurs nus, ha subito diverse variazioni e traduzioni. Originariamente completamente svestiti, in una prima versione oggi scomparsa, i valzer di Claudel vennero in seguito avvolti in un turbinio di drappeggi - uno sviluppo in risposta alle osservazioni dell'ispettorato delle Belle Arti, che ispirò lo scultore a plasmare l'immagine del gruppo come la conosciamo oggi. Nel vestire i suoi camminatori, usò la modellazione del velo come contrappeso per spingere all'estremo lo squilibrio delle sue figure, dando vita a questo movimento sospeso e infinito, pieno di poesia, che emerge da ogni temporalità. Superando l'immobilità della sua "statua ferma", Claudel riuscì a tradurre in scultura l'impressione del ritmo e, soprattutto, invitò lo spettatore a muoversi per cercare e cogliere tutta la sua complessità2. Il nostro bronzo, fuso su un calco in gesso di proprietà del pittore Fritz Thaulow, mostra la danzatrice spogliata fino alla vita, coperta da un drappo che le avvolge le gambe e si fonde infine con la base. Allungando il braccio, la sua mano si incontra con quella del ballerino di valzer, raffigurato completamente nudo, che rivela la sua muscolatura rigonfia. Radicandosi sul basamento, sembra rompere l'equilibrio, inclinando il corpo per posare un bacio alla base del collo della compagna, che si prepara a riceverlo. I loro movimenti, in una perfetta diagonale, formano questa ultima piroetta, il cui culmine sfiora il limite dell'equilibrio. Lo spettatore ha l'impressione che le figure siano in perpetuo movimento attorno a un unico asse, accentuato dal modo in cui il panneggio è modellato, conferendogli un falso senso di leggerezza. Attraverso la sensualità delle loro carni svelate e dei loro corpi che si toccano, i valzer di Claudel sembrano incarnare l'idea universale dell'amore che, sempre fluttuante, è in perfetta sintonia con il movimento infinito della danza. Simbolo di armonia e instabilità, il valzer vorticoso evoca davvero il paradosso del desiderio reciproco tra due persone, che può finire in qualsiasi momento. E presto,

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