Null Raffigurazione di un arcangelo che impugna una spada e il suo fodero, a des…
Descrizione

Raffigurazione di un arcangelo che impugna una spada e il suo fodero, a destra di Maria e Gesù, frammentario, e sormontato da angeli che reggono un velo sopra di loro. Si tratta molto probabilmente della rappresentazione dell'arcangelo Michele (o Gabriele) se ci riferiamo ai disegni e ai modelli del sacerdote e pittore etiope Kasa che collaborò con la missione di Dakar-Djibouti nel 1933. Da notare la bellezza dei pigmenti, in particolare la profondità del pigmento blu che, secondo le analisi di microspettrometria laser effettuate su quelli della chiesa di Abba Antonios, deriva dallo smalto (silicato di potassio e cobalto) utilizzato in Europa fin dai tempi del Rinascimento italiano, e che quindi era un pigmento importato, così come l'orpimento per il giallo, il minio per l'arancio e il vermiglione per il rosso. Gli altri colori erano prodotti localmente, il carbone per il nero, le piante per i verdi e i solfati di calcio per il pigmento bianco e il supporto della pittura. Sui pigmenti e sul sacerdote e pittore etiope Kasa, cfr. Peintures sacrées d'Éthiopie - Collections de la Mission Dakar-Djibouti, Éd. Sépia, 2005, rispettivamente p. 67 e da p. 106 a 111. Etiopia, XVII o XVIII secolo Dipinto su tela, rimontato su tela e montato su una barella, vecchi pigmenti, restauro, parti mancanti visibili. H. 138 cm - L: 138 cm Provenienza : Collezione di Christiane e Antonin Besse dagli anni '50, tramandata per via discendente. Pubblicazione: Fotografato e visibile nell'appartamento di Christiane e Antonin Besse in L'œil, n° 422, gennaio 1990.

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Raffigurazione di un arcangelo che impugna una spada e il suo fodero, a destra di Maria e Gesù, frammentario, e sormontato da angeli che reggono un velo sopra di loro. Si tratta molto probabilmente della rappresentazione dell'arcangelo Michele (o Gabriele) se ci riferiamo ai disegni e ai modelli del sacerdote e pittore etiope Kasa che collaborò con la missione di Dakar-Djibouti nel 1933. Da notare la bellezza dei pigmenti, in particolare la profondità del pigmento blu che, secondo le analisi di microspettrometria laser effettuate su quelli della chiesa di Abba Antonios, deriva dallo smalto (silicato di potassio e cobalto) utilizzato in Europa fin dai tempi del Rinascimento italiano, e che quindi era un pigmento importato, così come l'orpimento per il giallo, il minio per l'arancio e il vermiglione per il rosso. Gli altri colori erano prodotti localmente, il carbone per il nero, le piante per i verdi e i solfati di calcio per il pigmento bianco e il supporto della pittura. Sui pigmenti e sul sacerdote e pittore etiope Kasa, cfr. Peintures sacrées d'Éthiopie - Collections de la Mission Dakar-Djibouti, Éd. Sépia, 2005, rispettivamente p. 67 e da p. 106 a 111. Etiopia, XVII o XVIII secolo Dipinto su tela, rimontato su tela e montato su una barella, vecchi pigmenti, restauro, parti mancanti visibili. H. 138 cm - L: 138 cm Provenienza : Collezione di Christiane e Antonin Besse dagli anni '50, tramandata per via discendente. Pubblicazione: Fotografato e visibile nell'appartamento di Christiane e Antonin Besse in L'œil, n° 422, gennaio 1990.

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