Le opere nelle gallerie

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Thomas Hache - Dimensions : H 118,5 cm x L 77 cm Travail du XVIIe siècle attribué à Thomas Hache Rare miroir à double profil inversé et à fronton. L'encadrement est richement marqueté par deux frises de rinceaux feuillagés, feuilles d'acanthes et fleurs stylisées, alternant bois clair et bois foncé par la technique effectuée du “ bois brûlé au sable chaud” qui permet de définir des ombrages nuancés. Le miroir biseauté au mercure, d'origine, est entouré d'une bordure en bois noirci, ce qui contraste avec le décor marqueté de couleurs vives. Le fronton est ornementé de volutes positionnées tel un drapé qui encadrent un vase central (caractéristique des vases de Thomas Hache) d'où sortent des fleurs et feuilles d'acanthe stylisées. De part le raffinement et la technique du « bois brulé au sable chaud » on peut attribuer ce miroir au très célèbre ébéniste Thomas Hache. D'autres éléments tel que la frise extérieure dite de  « griffes de loup » ou encore « de petites mains » pour cette ornementation en forme de gouttes, sont des caractéristiques typiques de cet ébéniste. Enfin le décor abondamment fleurie jouant sur ces contrastes de couleurs vives et sombres sont une des marques de la famille Hache. En effet, Thomas Hache innove dans ces plaquages. « C'est dans le contenu de ces placages préparés à l'avance, où les rinceaux, feuillages et fleurs sont stylisés dans des compositions très fouillées et denses, qui n'appartiennent qu'à lui et qu'aucun autre ébéniste, hormis Pierre (son fils), n'a utilisées. Les ornements végétaux qu'elles contiennent sont découpés dans un bois clair et ombré pour donner du relief » Le génie des Hache, par Pierre et Francois Rouge, p. 65. Il est assez rare de trouver un miroir de cette qualité extraordinaire de « marqueterie à l'italienne » et possédant toujours son fronton. Si Thomas Hache (1664-1747) ébéniste grenoblois, réalise des marqueteries aussi abondantes, c'est par son apprentissage auprès de Pierre Gole, ébéniste du roi Louis XIV et maitre de la marqueterie de fleurs, puis à Chambéry où il y découvre le décor à l'italienne (les enroulements végétaux, les entrelacs, arabesques, feuilles d'acanthe et les foisonnement de représentations végétales.) et la technique de la scagliola. C'est en partant de cette technique qu'il élabore sa marqueterie d'incrustation travaillant l'imbrication des formes et des essences de bois. En 1695, il s'installe à Grenoble et devient un ébéniste prestigieux toujours en recherche d'harmonie entre la forme et le motif. Ses travaux sont d'une grande précision d'exécution, tel est le cas ici pour notre miroir. Certains exemples permettent d'affirmer cette attribution : Exemple d'un détail d'une « Armoire aux Armes de Savoie » de Thomas Hache. Le génie des Hache, par Pierre et Francois Rouge, p. 78 On peut constater dans cet exemple (d'une armoire parmi tant d'autres de même style de Thomas Hache) les caractéristiques de feuilles d'acanthe et du vase, très similaire à celui de notre miroir. d'autres exemples nous permettent de constater de ces « griffes de loup » également appelés « petites mains » caractéristiques du travail de Hache et de la fabrication de miroir à double profil inversé, qui nous confortent dans cette attribution.

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Ary SCHEFFER - Ary SCHEFFER (Dordrecht, 1795-Argenteuil, 1858) Cristo che incorona di spine la regina Marie-Amélie (1857) Olio su tela. Firmato, collocato e datato a destra: "Ary Scheffer / Esher 1857". H. 77 x L. 63 cm. Sul retro, marchio e numero d'inventario della collezione di Isabelle d'Orléans, contessa di Parigi (1848-1919), impresso in inchiostro nero: Y° 607, e un numero 800 in pietra nera, in alto a sinistra del retro della cornice, e anche sulla traversa superiore, corrispondente all'esposizione nella galleria dei duchi di Montpensier. Nella ricca cornice in legno intagliato e dorato di epoca Luigi Filippo, forse realizzata da Scheffer. Provenienza - Commissionato dalla regina Marie-Amélie (1782-1866), vedova del re Luigi Filippo, a Claremont House. - Per discendenza, al figlio Antoine d'Orléans (1824-1890), duca di Montpensier, duca di Galliera, infante di Spagna. - Sua figlia Isabelle d'Orléans-Bourbon (1848-1919), Infanta di Spagna e Contessa di Parigi, dal matrimonio con Louis-Philippe d'Orléans (1838-1894), Duca d'Orléans, Conte di Parigi. - Suo figlio Ferdinando d'Orléans (1884-1924), duca di Montpensier. - La moglie Isabel (1924-1958), duchessa di Montpensier, nata González de Olañeta, marchesa di Valdeterazo, - Il suo secondo marito, José María de Huarte (1898-1969), marchese vedovo di Valdeterrazo. - Collezione privata, Francia. Mostra Galeria del duque de Montpensier, Palacio Real de San Telmo, Siviglia, prestito temporaneo (n. 800), dal 1860 circa a dopo il 1897. Opere correlate - Ary Scheffer, Cristo che incorona di spine la regina Marie-Amélie (1857 circa), olio su tavola, 40,3 x 27,7 cm, Dordrecht, Dordrechts Museum, inv. DM/S/100, lascito di Cornelia Marjolin-Scheffer nel 1899. - Ary Scheffer, Cristo che incorona la regina Marie-Amélie con le spine (1857), carboncino nero su carta, 21 x 16,5 cm, iscrizione in inchiostro rosso: "Ary Scheffer / Cristo che incorona / la regina Marie-Amélie con le spine / Made in England / 1857", Dordrecht, Dordrechts Museum, inv. DM/S/T215. - Ary Scheffer, La regina Marie-Amélie vedova (1857). Parigi, Musée de la Vie Romantique, inv. 2009.1. Letteratura - Archives Nationales, 300 AP I 165 (per il contratto di commissione). - Lettera di Ary Scheffer a Arie Johannes Lamme, 14 luglio 1857, Archivio Scheffer, Museo di Dordrecht. - L'Espagne et le Portugal, au point de vue artistique, monumental et pittoresque, J. Laurent & Cie, 1872, p. 103. - Guide du touriste en Espagne et au Portugal, J. Laurent & Cie, 1879, p. 132. - Ary Scheffer 1795-1858 (disegni, acquerelli, schizzi a olio), cat. expo, Parigi, Institut Néerlandais, ottobre-novembre 1980, p. 112 (ill. n. 74). - L. Ewals, Ary Scheffer, sa vie, son œuvre, tesi di dottorato per l'Università di Nijmegen, 1987, pp. 335, 415 (ill. n. 115). - Ary Scheffer 1795-1858, catalogo della mostra, Parigi, Musée de la Vie Romantique, aprile-luglio 1996, p. 110. La storia Nonostante la Rivoluzione del 1848, che allontanò la famiglia Orléans dal trono di Francia e la condusse a un esilio senza fine, Ary Scheffer (ill. 1), il loro ex insegnante di disegno, mantenne nei loro confronti una lealtà e una stima incandescenti, rimanendo in contatto epistolare, conservando nel suo studio le opere d'arte che non potevano spedire e facendo loro visita per ben quattro volte in Belgio, Germania o Inghilterra, per motivi gioiosi o tragici. La sua visita nella primavera del 1857 fu inizialmente motivata dalla "Mostra dei tesori d'arte" di Manchester, dove espose undici delle sue opere più importanti. Nonostante la sua salute cagionevole, Scheffer era eccitato dall'idea di vedere in un'unica casa un così vasto insieme di opere di artisti moderni e di antichi maestri; e, avendo il genero acconsentito a farsi accompagnare dall'amata figlia di Ary, Cornelia, partì in maggio e accettò la cordiale offerta della signora Salis Schwabe di ospitare la sua casa durante il soggiorno a Manchester. Da Londra, Scheffer si recò nei pressi di Claremont (ill. 2), con la figlia e il nipote Ariel al seguito, per mantenere la promessa fatta a se stesso, molti anni prima, di dipingere un ritratto della regina Marie-Amélie e un quadro allegorico che rappresentasse "Gesù Cristo che incorona la regina". Si trattava dell'ultima tranche di un contratto del valore di 100.000 franchi, stipulato con Bocher, sovrintendente dell'Orléans, con il quale il pittore si impegnava a restaurare due sue opere: il Faust nel gabinetto (ill. 3) e ad eseguire una seconda versione della Margherita con l'arcolaio (ill. 4), entrambe gravemente danneggiate durante l'incendio doloso del 1848 nella residenza di Neuilly. La realizzazione dei due ritratti richiese alcune settimane, durante le quali la salute e lo spirito di Scheffer continuarono a trarre beneficio dalla tranquillità della sua vita e dalla piacevole comunione con il circolo amichevole di Claremont mentre svolgeva il suo lavoro quotidiano (ill. 5). Come scrisse al cugino Arie Johannes Lamme il 14 luglio

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Alben Factory - "Cristo dollaro 42 x 34 x 7 cm Resina e dollaro 2022 Alben, nato nel 1973, vive e lavora a Nuova Aquitania. Artista autodidatta, Alben colleziona e accumula oggetti fin dall'adolescenza. Inizialmente attratto dai graffiti, i suoi primi dipinti mescolano tecniche di stencil, serigrafia e timbri. Ispirate dai Nuovi Realisti, in particolare da Arman e César, le sue sculture in resina si sono sviluppate negli ultimi dieci anni. La specificità del lavoro di Alben è che non pretende di far parte di alcun movimento artistico. Artista autonomo e indipendente, si concentra sulla ritrascrizione dell'immediatezza contemporanea, sperimentando e inventando tecniche che digeriscono le forme per elevarle al livello di icone. L'unica vocazione di Alben è la ritrascrizione di una cruda immediatezza, lo spettatore viene trasportato in un universo spazio-temporale spostato. L'artista riempie gli stampi con vari oggetti perfettamente banali (caramelle, automobili, forchette, ecc.) che integra nella resina. L'uso di questi oggetti raccolti, spesso legati all'infanzia, rafforza il senso di nostalgia alla base della pratica artistica di Alben. Nonostante sia un artista autodidatta, Alben trae ispirazione da una moltitudine di estetiche appartenenti all'arte classica e contemporanea. Nelle sue sculture si possono individuare omaggi al Rinascimento, al Surrealismo, alla Pop e alla Street Art; l'opera di Alben è un catalizzatore del pensiero contemporaneo. L'universalità delle immagini di Alben invita lo spettatore a instaurare un proprio dialogo interno. Mentre l'occhio salta freneticamente da un soggetto all'altro, si riesce a vedere la storia attraverso l'allegoria dell'arte. In un mondo in cui tutto diventa simbolo di un sapere già consumato, le sculture di Alben invitano lo spettatore a riconoscere il suo stato di "presenza". Le opere di Alben sono presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo: Parigi, Dubai, Hong Kong, Australia, Bordeaux, Londra, Zurigo, Italia, Messico, New York, San Diego e Chicago.

2.500 EUR

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Furet - Coteau - Broche - Raro orologio da camino "aux vestales" in bronzo finemente cesellato e dorato con oro opaco e marmo bianco statuario detto "Carrara". Quadrante firmato "Furet à Paris" dall'orologiaio Jean-Baptiste-André Furet. Il quadrante smaltato da Joseph Coteau (1740-1812) La cassa in marmo bianco attribuita ai fratelli Broche Parigi, periodo Luigi XVI, 1785 circa. Altezza 44 cm; larghezza 40 cm; profondità 12 cm. Il quadrante circolare smaltato di bianco, firmato "Furet à Paris" e "Coteau", indica le ore e i minuti a scatti di quindici in numeri arabi tramite due lancette forate in rame dorato. Il movimento, con suoneria delle ore e delle mezze ore e bilanciere a maschera solare, è alloggiato in una superba cassa interamente ricavata da un blocco di marmo bianco statuario detto "di Carrara" e impreziosita da finissimi bronzi cesellati e dorati in oro opaco. Il cuscino è decorato con Cupido guerriero in piedi sulle nuvole, con l'elmo, la lancia in mano e lo scudo, la faretra ai piedi. Ai lati si trovano due figure femminili che rappresentano delle vestali, una delle quali, coronata di rose, sembra tenere il giovane dio per un'ala, mentre l'altra tiene un ramo fiorito nella mano destra. Il tutto poggia su una base quadrangolare i cui lati arrotondati sono decorati con rami di alloro e la parte anteriore con un pannello in leggero rilievo decorato con putti musicanti tra le nuvole. Infine, sei piedi svasati e modanati sostengono l'orologio. La composizione particolarmente originale e unica di questo raro orologio, così come l'eccezionale qualità del trattamento scultoreo dell'opera, ne fanno uno dei più elaborati e compiuti orologi in marmo scolpito dell'epoca. Ricavati da un unico blocco di marmo di Carrara, accuratamente selezionato dallo scultore per la sua perfezione, il gruppo e la terrazza formano un unico elemento, rappresentando un vero e proprio tour de force e dimostrando la perfetta padronanza tecnica dell'artista. In questo caso, artisti, perché attribuiamo quest'opera, improntata all'eleganza e alla raffinatezza, a due fratelli, Joseph (1740-1807 circa) e Jean-Baptiste-Ignace Broche (1741-1794), celebri scultori parigini che lavorarono per alcuni anni alla Manufacture de Sèvres sotto la direzione di Etienne-Maurice Falconet (1716-1791), una delle figure principali del Neoclassicismo del secondo terzo del XVIII secolo. Jean-Baptiste-André Furet (ca. 1720-1807) Uno dei più importanti orologiai parigini del regno di Luigi XVI, si firmava "Furet à Paris". Figlio e nipote di orologiai, divenne maestro il 18 novembre 1746 come figlio di un maestro e aprì la sua bottega in rue Saint-Honoré. Dapprima si mise in società con il padre, poi ne rilevò l'attività e divenne molto noto tra gli appassionati di orologeria di lusso parigini, tanto da ricevere il titolo di Horloger Ordinaire du Roi per la sua biblioteca. Come i più importanti orologiai parigini del suo tempo, Furet collaborò con i migliori artigiani dell'epoca, lavorando con i fonditori Thomire, Vion e Blavet, lo smaltatore Coteau e i fratelli Broche per la scultura. Joseph Coteau (1740-1801) fu il più famoso smaltatore del suo tempo e collaborò con la maggior parte dei grandi orologiai parigini dell'epoca. Divenne maestro pittore-smaltatore all'Accademia di Saint Luc nel 1766; si trasferì a Parigi pochi anni dopo. Dal 1772, fino alla fine della sua vita, visse in rue Poupée. Coteau ha lasciato il suo nome a una preziosa tecnica di smalti a rilievo che sviluppò con Parpette per la decorazione di alcuni pezzi di porcellana di Sèvres e che utilizzò in seguito per la decorazione dei quadranti degli orologi più preziosi; decorati con questa decorazione così caratteristica, citiamo in particolare: una ciotola coperta e il suo vassoio che appartengono alle collezioni del Musée national de la Céramique di Sèvres; nonché una coppia di vasi detti "scanalati con ghirlande" conservati al Musée du Louvre di Parigi; e una brocca e la sua ciotola dette "de la toilette de la comtesse du Nord" esposte al Palazzo Pavlovsk di San Pietroburgo. Infine, segnaliamo un orologio a lira dell'orologiaio Courieult in porcellana blu di Sèvres, con quadrante firmato "Coteau" e datato "1785", conservato al Museo Nazionale del Castello di Versailles; sembra corrispondere all'esemplare inventariato nel 1787 negli appartamenti di Luigi XVI al Castello di Versailles. REF: P279 Venite a vedere questo pezzo nella nostra galleria La Pendulerie (Rive Droite), situata al 134 di rue du Faubourg Saint-Honoré, 75008 Parigi. NB: Tutte le dorature dei nostri oggetti sono quelle originali, cioè dorature al mercurio, dette anche "ormolu". Puliamo ogni parte della doratura nel nostro laboratorio per rispettare la qualità della doratura originale.

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JEAN II PENICAUD - JEAN II PENICAUD (attivo nel 1532-1549) BACIO DI PACE IN SMALTO DI LIMOGES Cristo risorto circondato dalla Vergine e da San Giovanni Evangelista Smalto dipinto a grisaglia su rame, lumeggiature in oro. Nella sua cornice ad arco in rame, l'impugnatura sul retro è rifinita da un trifoglio. Ottimo stato di conservazione. Limoges, prima metà del XVI secolo. H. 8,1 x L. 6,1 cm. Smalto: H. 6,4 cm. Storia Ancora incastonata nella sua cornice di rame dorato, questa immagine ha conservato la sua funzione liturgica originale di osculatore (o bacio di pace). funzione liturgica originale di osculatore (o bacio di pace). Nel XVI secolo, il bacio di pace sono spesso presenti nell'iconografia di Cristo al sepolcro. In questo caso, però, Cristo è raffigurato vivo, con gli occhi aperti e la testa appena girata verso Maria: è quindi appena risorto. Seduto su una base al centro della scena, con il busto rivolto verso lo spettatore, Cristo costituisce l'asse di simmetria di questo gruppo isocefalo. Un sottile perizonio gli cinge la vita, le sue ferite sanguinano ancora e dalla sua testa partono raggi di luce. Lo sostengono Maria alla sua destra e San Giovanni Evangelista alla sua sinistra, entrambi aureolati e rivolti verso di lui. Il gruppo si staglia chiaramente sullo sfondo nero. Escludendo la parte inferiore della scena, l'inquadratura concentra l'attenzione sul centro della composizione, occupato dal busto di Cristo. La perfetta tecnica della grisaglia tinta con tocchi di fondente rosa, unita al disegno preciso e variegato influenzato dall'antichità e dal manierismo italiano, ci invitano ad attribuire la paternità del nostro smalto a Jean Penicaud II (1515-1588). Nato in una famiglia di smaltatori, Jean II Penicaud fu attivo a Limoges nel secondo terzo del XVI secolo. La bellezza delle sue opere e la loro rarità sul mercato hanno reso questo smaltatore un artista particolarmente ricercato. Opere correlate - Jean II Penicaud (att. a), Vergine con Bambino, smalto montato come bacio di pace, alt. 11 cm, al Musée des Arts Décoratifs (inv. 16741) (ill. 1). Maria indossa un lungo velo con la stessa plissettatura; sebbene invertiti, la posizione della testa leggermente abbassata e il volto visto di tre quarti sono paragonabili. Inoltre, la piccola cravatta rotonda sotto il colletto con un bordo circolare da cui partono le pieghe sul petto è ripetuta in modo molto esplicito sulla veste del santo Giovanni nel nostro smalto. - Giovanni II Penicaud, Cristo portacroce, smalto circolare, d. 12,1 cm, al Metropolitan Museum di New York (inv. 32.100.256) (ill. 2). Nella figura di Cristo, il suo volto è visto in modo simile da tre quarti, ha la stessa barba bifida, i capelli lunghi e finissimi raggi dorati emanano dalla sua testa. La figura di Santa Veronica ha una veste molto simile a quella di Maria; il panneggio sulla spalla destra della figura che porta la parte inferiore della croce è simile a quello di Maria sul nostro smalto. Il volto e i capelli del boia in tunica sono simili ai lineamenti del nostro San Giovanni. Infine, troviamo sullo smalto di New York la marcata notazione del ginocchio sotto il panno presente in Maria o in San Giovanni Evangelista. - Giovanni II Penicaud, La Crocifissione, lastra di smalto curvo, alt. 15,2 cm, al Louvre (inv. OA 2524) (ill. 3). La figura di Cristo è molto simile: gli stessi baffi che sovrastano le labbra, gli stessi raggi dorati intorno alla testa, la stessa precisione anatomica nella resa muscolare, lo stesso fine perizoma con la stessa plissettatura; analogie anche nel trattamento delle parti in ombra sulla parte sinistra del busto. Tre figure femminili ai piedi della croce indossano lo stesso tipo di velo lungo di Maria sul nostro smalto. La santa donna in piedi contro il bordo sinistro ha lo stesso drappeggio sulla spalla che le copre il braccio della nostra Vergine.

15.000 EUR

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Eugène Grasset - Freddezza - Eugène Grasset, 1897. Froideur [freddezza], litografia disegnata da Eugène Grasset nel 1897, pubblicata da G. de Malherbe. Dimensioni: Ø 68,5 cm. Dalla serie Dieci stampe decorative (personaggi femminili, fiori emblematici) pubblicata in un'edizione 750. Eugène Samuel Grasset (1841-1917) è stato un artista decorativo franco-svizzero che ha lavorato a Parigi, in Francia, in vari campi del design durante la Belle Époque. È considerato un pioniere del design Art Nouveau. Figlio di un ebanista e di una scultrice, è cresciuto in un ambiente artistico. Studia disegno con François Bocion (1828-1890) e nel 1861 si reca a Zurigo per studiare architettura. Divenne un ammiratore dell'arte giapponese, che influenzò alcuni dei suoi progetti. Tra il 1869 e il 1870, Grasset lavora come pittore e scultore a Losanna. Nel 1871 si trasferisce a Parigi dove disegna mobili, tessuti e arazzi, oltre a ceramiche e gioielli. Le sue opere d'arte decorative erano realizzate con avorio, oro e altri materiali preziosi in combinazioni uniche e le sue creazioni sono considerate la pietra miliare dei modelli e dei disegni dell'Art Nouveau. Nel 1877 Eugène Grasset si dedica alla grafica, producendo prodotti che generano reddito come cartoline e infine francobolli per la Francia e la Svizzera. Tuttavia, è stata l'arte del manifesto a diventare rapidamente il suo forte. Alcune delle sue opere sono tra i Maestri del Poster. Grasset trascorse la maggior parte dei suoi ultimi anni insegnando in varie scuole di Parigi. Molti dei suoi studenti sarebbero diventati a loro volta artisti di spicco, non a caso molti di loro all'interno del movimento Art Nouveau. La sua versatilità, il suo istinto e le sue capacità hanno influenzato non solo coloro a cui ha insegnato, ma anche artisti eminenti come Alphonse Mucha, e hanno lasciato un'impronta commovente sulle arti e sugli artisti successivi. Prezzo: Euro 1.850,- (compreso il telaio)

1.850 EUR

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MEUSHAY - Senza titolo (Usa il citofono), 2022, acrilico e inchiostro aerosol su cartello metallico della metropolitana, 45 x 22,5 cm Arredi urbani personalizzati e oggetti del trasporto pubblico graffitati e reinterpretati hanno invaso lo spazio interrato della galleria Wallworks per l'insolita mostra "ESPACE PUBLIC EN SOUS-SOL". Si accede alla mostra attraverso una scala ricoperta di tag e graffiti. Pezzi trovati o acquisiti di recente durante la vendita della RATP, gli artisti riprendono tutti i tipi di elementi urbani e del trasporto pubblico: cabine telefoniche, semafori, lampioni, cartelli stradali smaltati, tende di ferro, cassette per le lettere, insegne della metropolitana di Parigi, Mosca e New York, teste di mucca delle fermate degli autobus, segnali stradali e ferroviari, lavandini della SNCF, sedili della RATP e altre parti di automobili... Sette pezzi presentati all'inaugurazione sono ancora vuoti - tra cui l'emblematica M gialla di plastica, piatti smaltati e una porta della metropolitana - e sono destinati a essere personalizzati da nuovi artisti e finalizzati nel corso di future performance artistiche. 36 artisti americani, europei, sud-asiatici e russi del movimento dei graffiti o dell'arte urbana danno nuova vita a tutti questi oggetti di uso quotidiano in un grande disordine colorato e graffitato. Questa nuova collettiva segue il principio delle precedenti mostre collettive che hanno riunito una cinquantina di street artist - "Ne Pas Effacer" (2012), "Intérieur Rue" (2013), "Pièces détachées" (2014), "Morceaux de rue" (2015) e "Dehors Dedans" (2016) - di cui Claude Kunetz detiene il segreto. Adattando il know-how della sua professione iniziale di produttore cinematografico all'allestimento di mostre, va a caccia di mobili urbani vintage che affida agli artisti affinché li personalizzino. Recentemente acquisite all'asta della RATP a beneficio del Recueil Social, le emblematiche targhette della metropolitana in plastica gialla M - retroilluminate al neon - e in ferro smaltato, così come i sedili circolari "A Kiko" - inizialmente concepiti, secondo i loro progettisti e creatori, come "resistenti alle bruciature, ai graffi, ai graffiti (sic) e alle sollecitazioni meccaniche" - sono presentati così come sono stati inaugurati. Saranno poi affidati a nuovi artisti che li personalizzeranno, dando loro il tocco finale durante le performance artistiche che si svolgeranno durante tutta la mostra. Accanto ad alcuni vecchi pezzi delle mostre precedenti, due grandi targhe smaltate con i nomi delle stazioni di Trocadéro e Strasburgo Saint-Denis, rispettivamente di COLORZ e PSYCKOZE, completano questa collezione di elementi di trasporto pubblico e di arredo urbano, tutti liberamente e artisticamente reinterpretati.

900 EUR

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Trout - Marcus Elieser Bloch, 1782-1795 - LA TRUITE BRUNE "Salmo Trutta/Die Lachsforelle/La Truite/The Trut" (planche 21), gravure sur cuivre réalisée par Gabriel Bodenehr d'après le dessin de Krüger jr, pour l'"Allgemeine Naturgeschichte der Fische" de Markus Elieser Bloch, publiée à Berlin entre 1782 et 1795. Avec coloriage original à la main. Dimensions : 19 x 38 cm. Bloch a consacré une grande partie de sa vie à son "Allgemeine Naturgeschichte der Fische", qui est considéré comme ayant jeté les bases de la science de l'ichtyologie. La publication a été bien accueillie et a fait l'objet d'un grand nombre d'abonnements, ce qui a donné lieu à cinq éditions en allemand et en français. Bloch n'a guère modifié la systématique établie par Peter Artedi et Carl Linné, bien qu'il ait été enclin à modifier la classification basée sur la structure des branchies. Il a jugé nécessaire d'ajouter 19 nouveaux genres et a décrit 276 espèces jusqu'alors inconnues de la science, dont beaucoup se trouvaient dans des régions océaniques éloignées et étaient appréciées pour leurs couleurs vives ou leurs formes uniques. Salmo Trutta est une espèce de poisson de la famille des salmonidés. Elle est communément appelée truite brune et est originaire d'Europe et d'Asie. La truite brune est une espèce très adaptable qui peut être trouvée dans une variété d'habitats, y compris les ruisseaux d'eau douce, les rivières et les lacs, ainsi que dans la mer. Elle est connue pour sa capacité à tolérer une large gamme de températures et de conditions de l'eau. La truite brune est un poisson prédateur qui se nourrit de diverses proies, notamment d'insectes, de petits poissons et de crustacés. Elle a un aspect particulier, avec un dos tacheté de brun ou d'olive, des flancs jaune pâle ou argentés et un ventre blanc. C'est un poisson de chasse populaire, recherché par les pêcheurs pour ses capacités de combat et sa chair délicieuse. La truite brune est également une espèce importante pour la pêche commerciale et l'aquaculture, et elle est largement cultivée à des fins alimentaires et récréatives. Bloch est considéré comme l'ichtyologiste le plus important du 18e siècle. Prix de l'ouvrage : Euro 350,-

350 EUR

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Jean Baptiste Perronneau - Portrait d'un homme signé et daté Perroneau pxt 1753 Pastel sur papier marouflé sur toile Dans un cadrage permettant une interaction évidente avec le spectateur, Perroneau nous présente ici un très beau pastel représentant le Comte de Montangon. Positionné de trois quart, il regarde vers nous de ses yeux noisettes et affiche un petit sourire. Il porte une veste grise ornée d'un liseré doré, ouverte, de manière à laisser visible le gilet rouge à bouton et le jabot en dentelle ; une spécificité que l'on retrouve dans maints tableaux de cet artiste. Par des compositions aussi simple, Perroneau accentue le regard et la vivacité du personnage. La coiffe en catogan est nouée à l'arrière par un nœud du même gris et le travail de la dentelle est très finement réalisé par des touches de couleur blanche mêlées à des tons bruns. Le fond, comme à son habitude avec Perroneau, en pastel ou en peinture, est sobre et en dégradé de couleurs. Par sa technique de couleurs crues et hachurées de bleu, jaune et marron à l'avant du portrait et de bleu et vert soutenu par une zone blanche, à l'arrière, Perroneau fait résonner la lumière dans ses tableaux, parfois catégorisés « d'onde mouvante » . Le tableau est signé et daté en haut à droite : « Perroneau pxt 1753 » et comportant un cartouche sur le cadre, mentionnant « J.B. Perronneau – Portrait du Comte de Montangon - 1753 ». très beau cadre d'époque. Dimensions sans cadre : H 56 cm x L 47 cm Dimensions avec cadre : H 67 cm x L 58,5 cm x P 9 cm Ventes et Musées : A ce jour, la plus grande collection de toiles de Perroneau se regroupe surement dans la collection du Musée des Beaux Art d'Orléans dont ils ont d'ailleurs fait la première rétrospective de l'artiste en 2017. Ils exposaient notamment un chef d'oeuvre de pastel représentant son ami Aignant Thomas Desfriches, qu'ils avaient acquis pour 412 500 € Et un second, dont la touche similaire à la notre n'en est que flagrante, représentant probablement François Gorsse, qui s'est finalement vendu pour 57 600 €. Le musée comptabilisait à l'époque pas moins de vingt-et-un portraits en peintures et pastels de l'artiste, dont ils ont agrandi la collection depuis ce jour. Cependant, bien d'autres Musées ont la chance d'exposer aujourd'hui des oeuvres de ce grand portraitiste. Le musée du Louvre, par exemple, possède plusieurs tableaux. Parmi eux : le portrait de Laurent Cars, où l'on peut constater de la touche très semblable à celle de notre portrait. Ainsi que le portrait du graveur Gabriel Huquier dont la touche caractéristique nous semble tout aussi familière. Et le portrait de Pierre Bouguer Le Metropolitan Museum of Art de New York quand à lui, possède entre autre le très beau portrait de Olivier Journu, daté et signé au même endroit que le notre, et donc la touche picturale ne fait aucun doute quant à la ressemblance avec la notre. La National Gallery of Art de Washington expose un portrait d'homme Et l'Art Institut of Chicago, celui de Jean Baptiste Antoine Le moyne jeune Aussi, on retrouve dans ses huiles, la même touche distinctive d'un tableau au pastel. Le Musée de l'Hermitage de Saint Petersbourg, expose le tableau à l'huile du frère de l'artiste. Le musée des Beaux-Arts du Canada à Ottawa, possède le portrait d'un homme à la veste rouge, qui semble être du pastel, bien qu'il soit peint à l'huile. Et beaucoup d'autres tableaux parcourt le monde. Aujourd'hui encore, les œuvres de Perronneau sont prisées et recherchées. En 2017, par exemple, un autre tableau de lui représentant un gentilhomme s'est vendu pas moins de 86 500 euros.

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Roach (fish) - Markus Elieser Bloch, 1782-1795 - LE CHARDON COMMUN "Cyprinus rutilus / Das Rothauge / The Roach", gravure sur cuivre réalisée par Ludwig Schmidt d'après le dessin de Krüger jr, pour l'"Allgemeine Naturgeschichte der Fische" de Markus Elieser Bloch, publiée à Berlin entre 1782 et 1795. Avec coloriage original à la main. Dimensions : 19 x 38 cm. Le gardon est un petit poisson qui n'atteint souvent pas plus de 35 centimètres. Son corps est bleu-argenté et devient blanc au niveau du ventre. Les nageoires sont rouges. Le nombre d'écailles le long de la ligne latérale est compris entre 39 et 48. Les nageoires dorsale et anale ont 12 à 14 rayons. Les jeunes spécimens ont un corps élancé ; les spécimens plus âgés ont un corps plus haut et plus large. Le gardon est souvent reconnaissable à la grande tache rouge dans l'iris, au-dessus et à côté de la pupille. Les couleurs de l'œil et des nageoires peuvent cependant être très pâles dans certains environnements. Le gardon commun peut être facilement confondu avec le chevesne commun, le naseux (Leuciscus leuciscus) ou l'ide (Leuciscus idus). Ils se distinguent par les caractéristiques suivantes : Le rudd commun a une couleur plus jaune/verdâtre ou dorée. La nageoire dorsale est placée plus en arrière et entre la pointe des écailles ventrales et le premier rayon de la nageoire anale, il n'y a qu'une ou deux écailles. Le gardon a quatre ou cinq écailles à cet endroit. La bouche du rudd est plus relevée et la tête semble plus pointue. Le travail de Bloch sur l'"Allgemeine Naturgeschichte der Fische" a occupé une grande partie de sa vie et est considéré comme ayant jeté les bases de la science de l'ichtyologie. La publication a été encouragée par une souscription importante et a connu rapidement cinq éditions en allemand et en français. Bloch n'apporta que peu ou pas de modifications à l'arrangement systématique de Peter Artedi et Carl Linnaeus, bien qu'il ait été disposé à introduire dans la classification certaines modifications dépendant de la structure des branchies. Au nombre de genres déjà établis, il a jugé nécessaire d'en ajouter dix-neuf nouveaux, et il a décrit 276 espèces nouvelles pour la science, dont beaucoup habitent les parties les plus reculées de l'océan et sont, par l'éclat de leurs couleurs ou la singularité de leurs formes, autant d'objets d'admiration populaire que de curiosité scientifique. Bloch est considéré comme l'ichtyologiste le plus important du 18e siècle. Prix de vente : Euro 350,-

350 EUR

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Nebay - Welcome to the Florist, 2021, acrilico e inchiostro spray su tela, 97 x 195 cm. Senza mai abbandonare il muro o la strada, Nebay è uno di quei graffitari per i quali il passaggio alla tela è un elemento in più, fonte di esperienze e ricco di scoperte. Il suo stile si ispira ai suoi coetanei newyorkesi, ed è stato uno dei primi a sperimentare il dripping - gettare la pittura a terra - sui marciapiedi parigini e sulla tela. Ricco, colorato e pieno di energia, il suo universo mescola un'accozzaglia di poster dirottati, macchie colorate e astratte, stile selvaggio e dripping su tela, portando un messaggio di rabbia che si tinge sempre di speranza. Graffitista parigino da oltre 30 anni, Nebay ha iniziato a fare graffiti nel 1987 per le strade di Parigi e si è unito al collettivo JCT - Je Cours Toujours à 100 à l'heure. Nato nel 1973, Nebay è uno street artist che fa parte del suo tempo e investe il suo ambiente: la città. Gli piace dire che è "un giardiniere concreto che coltiva colori". È stato all'inizio del 2000, durante un viaggio iniziatico di diversi mesi in giro per il mondo, che è scattato qualcosa: andare fino in fondo ai suoi sogni, pensare in grande. Le letture, gli incontri e la scoperta dei Paesi attraversati - Russia, Mongolia, Cina, Vietnam, Cambogia, Laos e Thailandia - lo hanno reso consapevole del mondo che lo circonda e di ciò che vuole lasciare come traccia. Tornato in Francia, coglie l'occasione e cambia vita per diventare un artista a tutti gli effetti. I graffiti sono un'arte effimera, che abbonda e lo costringe a reinventarsi e superarsi costantemente. Alla fine, i graffiti sono molto più uno stile di vita. In risonanza con lo spazio in cui viene eseguita, rende viva l'esperienza: la sensazione di dipingere all'aperto, nelle strade, sotto i ponti, in luoghi abbandonati... Le facciate su cui lavora sono dinamiche, con irregolarità che non si trovano sulla tela. Appropriandosi dello spazio pubblico e della strada, Nebay fa parte di un approccio antico alla partecipazione alla vita della città. I graffiti, pratica illegale, diventano un atto politico: appartengono alla sfera pubblica e trasmettono un messaggio con connotazioni politiche, sociali o ambientali. Nebay fa sempre in modo di trasformare il suo mezzo in una vera e propria memoria: memoria collettiva, memoria di eventi, memoria individuale... esprimendo la sua ricerca di identità, i suoi sentimenti, le sue dichiarazioni e i suoi omaggi. I visitatori delle sue mostre si permettono così di viaggiare in sua compagnia, cogliendo le emozioni che l'artista generosamente trasmette loro.

5.800 EUR

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Europe cartoon map - B. Crété, 1914/15 - CARICATURE MAP OF EUROPE IN 1914 "Carte Symbolique de L'Europe. / Europe en 1914." Lithographie imprimée en couleur réalisée par B. Crété en 1914/15. Dimensions : (papier) 50 x 65 cm. Cette rare carte politique caricaturale de l'Europe dépeint la situation des alliances et les questions territoriales vers la fin de la première année de la Première Guerre mondiale. Les principaux pays impliqués dans la guerre sont représentés par des caricatures humaines ou animales, accompagnées de divers symboles nationaux qui aident à illustrer la situation. La carte a d'abord été publiée en Pologne, où elle a été dessinée par l'artiste varsovien Vladislav Levinsky. Varsovie étant à l'époque l'une des plus grandes villes de l'Empire russe, la "perspective russe" est évidente. L'image est dominée par la figure glorieuse et sereine du tsar Nicolas II qui pique l'Allemagne, illustrée comme un taureau enragé, et se concentre sur la France, représentée par Marianne, le symbole de la République française, chevauchant un grand coq. Derrière le tsar, les interminables armées russes se mobilisent - une référence à la décision prise par le tsar Nicolas II en juillet 1914 de mobiliser l'armée russe, poussant ainsi l'Allemagne à déclarer la guerre, ce qu'elle n'a pas tardé à faire. L'Autriche habsbourgeoise est représentée comme un champ de morts avec des pierres tombales et une couronne renversée, préfigurant la fin de l'empire austro-hongrois. L'Angleterre, en mer, se cache derrière sa marine. La Finlande, qui fait encore partie de l'Empire russe, est peuplée d'animaux sauvages. La Norvège et la Suède sont des jeunes filles à la beauté stéréotypée qui regardent un atlas. L'Italie est un paisible joueur de mandoline qui berce la Sicile. L'Espagne et le Portugal sont neutres, mais Alphonse XIII, grand amateur d'automobiles, est représenté au volant. Cette carte a fait l'objet de plusieurs éditions en Pologne et à Paris jusqu'en 1915, avec seulement quelques changements mineurs. On ne sait pas exactement quelle est l'édition qui a primé ou si elles ont été publiées simultanément. Bien que la personnification humaine des continents et des pays remonte au XIVe siècle, les métaphores humaines et animales sur les cartes ont atteint un nouveau niveau en Europe entre 1845 et 1945 avec les cartes politiques caricaturales. L'essor de ces cartes satiriques reflète les changements politiques et culturels majeurs survenus à l'époque. Les dirigeants politiques sont caricaturés et les nations européennes sont dotées d'identités symboliques qui confèrent humour et accessibilité à la carte géographique. Basées sur des stéréotypes populaires, ces représentations visuelles ont même trouvé leur place dans les salles de classe pour donner vie à la géographie et à la politique. Les cartes sério-comiques originales sont très rares en raison de leur caractère éphémère. Provenance : collection Martinus Cornelis Sigal (1888 - 1969), cachet du collectionneur au verso. Prix : 1.650,-

1.650 EUR

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André Charles Boulle - André Charles BOULLE 1642-1732 Dimensions : H 80 cm x L 182 cm x P 89 cm De forme rectangulaire, il ouvre à trois tiroirs en ceinture, à décor de marqueterie en contrepartie : de laiton sur fond d’ébène. Il repose sur des pieds cambrés. Ornementation de bronzes ciselés et dorés : lingotière en bec de corbin, écoinçons en palmette, angles en têtes des pieds, cadres moulurés, entrées de serrure aux masques de Bacchus, poignées tombantes aux pastilles en rosette, chutes aux satyres, sabots en acanthe montantes, masque de Bacchante et masque de Sylème en tablier sur les côtés. Dessus gainé de cuir. Les tiroirs sont montés en noyer. Attribué à André-Charles BOULLE (1642-1732) - Vers 1710 (Une entrée de serrure rapportée, renforts sous le plateau et restaurations d’usages) Bibliographie : Alexandre Maral - « Girardon Le sculpteur de Louis XIV » Edt. ARTHENA - 2015, Alexandre Pradère - « Les Ebénistes Français de Louis XIV à la Révolution » Edt CHENE - 1989, Jean Réné. Ronfort - « André Charles Boulle Un nouveau style pour l’Europe » cat. expo. Frankfurt - 2009. Pierre Kjellbergrg, « Le mobilier français du XVIIIe siècle -Paris 1986 – page 110. Musée des Arts et Décoratifs, Paris, (inv. 723B) - Dessin d’André Charles Boulle, vers 1710, plume lavée de bistre. Notre bureau plat est réalisé suivant le dessin du bureau inventé par André-Charles Boulle dans les premières années du XVIIIe siècle. Les grands bronzes en tablier sur les côtés représentent les masques de Bacchante et de Sylème. L’entrée de serrure représente Héraclite et elle est conforme au dessin d’André-Charles Boulle (inv. 723B). Le dessin des chutes en bronze représentant des têtes de satyres est d'après l'historien et conservateur du Château de Versailles Alexandre Maral, du Sculpteur du Roi : François Girardon (1628-1715) (Paris, musée du Louvre, département des Arts graphique « Girardon Le sculpteur de Louis XIV » par Alexandre Maral - Edt. ARTHENA 2015) - (Reproduction Fig. 45 page 71). Le noyer employé pour la fabrication des tiroirs est en noyer dit "noyer noir", choisis avec soins et qui ne présente aucune trace des gelées de 1705. Il s'agit d'une fabrication, qui serait, vers 1710.

Prezzi su richiesta

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Ender - Azione maggio 68, 2018, tecnica mista sulla copertina originale della rivista "Action", 54 × 37 cm 42 artisti di arte urbana si esprimono sulle prime pagine originali di Action, il giornale attivista del Maggio 68. Fondata a Parigi da Claude Kunetz nel 2011, la Galerie Wallworks si è rapidamente affermata sulla scena dell'arte dei graffiti con mostre personali dedicate a graffitari francesi (Nebay, Tilt) o americani (Rime, Haze) e mostre collettive per le quali gli artisti sono invitati a personalizzare arredi urbani. Originariamente produttore cinematografico, Claude Kunetz adatta il suo know-how produttivo all'allestimento di mostre collezionando mobili urbani vintage che affida come supporto creativo ad artisti del movimento dei graffiti e dell'arte urbana. Con "Ne Pas Effacer" (2012), "Intérieur Rue" (2013), "Pièces détachées" (2014), "Morceaux de rue" (2015) e "Dehors Dedans" (2016), ha fatto una specialità di queste mostre per le quali numerosi graffitari e street-artist intervengono su tutti i tipi di arredo urbano: cabine telefoniche, cassette postali, semafori, insegne luminose, lampioni, cartelli della metropolitana, cartelli stradali smaltati, tende in ferro, fermate degli autobus, segnaletica stradale e ferroviaria, panchine per treni, parti di automobili... In occasione del 50° anniversario del maggio 68, ha ripetuto l'esperienza, questa volta affidando agli artisti le copie originali del giornale Action. Creata dal giornalista Jean Schalit, Action ha pubblicato il suo primo numero il 7 maggio 1968. È servito come relè per le richieste di diversi movimenti studenteschi e comitati d'azione delle scuole superiori. Le pagine di Action furono aperte a numerosi vignettisti come Siné, Topor e Wolinski. Conservati per 50 anni, tutti questi documenti sono stati raccolti all'epoca da Claude Kunetz quando, preadolescente, viveva con i genitori in rue Gay-Lussac. Colpito dall'effervescenza delle barricate che osservava dalla sua finestra, si mise a raccogliere metodicamente questi documenti. La mostra presenta anche una selezione di volantini e documenti dell'epoca.

1.500 EUR

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Marion Sagon - Marion Sagon, L'Air, Acrilico su tela, 2021, 40 x 30 cm, Un lavoro unico Bio. Marion Sagon è nata in Francia nel 1983 e lavora tra Francia, Paesi Bassi e Inghilterra. Si è diplomata all'École Supérieure des Beaux-Arts de Montpellier Agglomération nel 2011. Lavoro. Con i suoi disegni digitali di grandi dimensioni, Marion Sagon ci invita a un viaggio, o meglio a un viaggio di ritorno, tra i mondi virtuali che costruisce e la nostra posizione nella realtà. I suoi paesaggi digitali, poi pittorici nel desiderio di riprodurre l'atto della macchina, mescolano architetture che fotografa durante le passeggiate urbane e immagini paesaggistiche raccolte su Internet. Le opere creano finestre nello spazio della galleria che si aprono su questi nuovi mondi in cui natura e costruzione umana si mescolano in perfetto equilibrio. Attraverso il suo lavoro, rivela il nostro mondo - una combinazione di costruito e naturale - come un insieme di forme intercambiabili, che gradualmente diventano uniformi. I suoi ambienti digitali mettono in discussione le nostre abitudini visive proponendo universi familiari, quelli delle periferie delle città, delle architetture banali o dei paesaggi circostanti, in un insieme che invita alla contemplazione e, per estensione, alla domanda: in che modo l'uomo, appropriandosi della natura, ha "geo-masterizzato" il suo ambiente? Marion Sagon, Bellissimo tramonto, Acrilico su tela, 2021, 120 x 90 cm, Opera unica e firmata Bio. Marion Sagon è nata in Francia nel 1983 e lavora tra Francia, Paesi Bassi e Inghilterra. Si è diplomata all'École Supérieure des Beaux-Arts de Montpellier Agglomération nel 2011. Lavoro. Con i suoi disegni digitali di grandi dimensioni, Marion Sagon ci invita a un viaggio, o meglio a un viaggio di ritorno, tra i mondi virtuali che costruisce e la nostra posizione nella realtà. I suoi paesaggi digitali, poi pittorici nel desiderio di riprodurre l'atto della macchina, mescolano architetture che fotografa durante le passeggiate urbane e immagini paesaggistiche raccolte su Internet. Le opere creano finestre nello spazio della galleria che si aprono su questi nuovi mondi in cui natura e costruzione umana si mescolano in perfetto equilibrio. Attraverso il suo lavoro, rivela il nostro mondo - una combinazione di costruito e naturale - come un insieme di forme intercambiabili, che gradualmente diventano uniformi. I suoi ambienti digitali mettono in discussione le nostre abitudini visive proponendo universi familiari, quelli delle periferie delle città, delle architetture banali o dei paesaggi circostanti, in un insieme che invita alla contemplazione e, per estensione, alla domanda: in che modo l'uomo, appropriandosi della natura, ha "geo-masterizzato" il suo ambiente?

580 EUR

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ANTON KOTHGASSER - RARO VETRO DI ANTON KOTHGASSER (Vienna, 1769-1851), Veduta della Cattedrale di Santo Stefano a Vienna (Austria) Coppa in vetro svasato con una veduta dipinta della cattedrale di Santo Stefano a Vienna. Legatura in oro "Domkirche zu St Stephan in Wien". Firmata sulla curva del piede diametralmente opposta alla scena dipinta: "A[nton]. K[othgasser]". Una macchia sulla scena dipinta, una scheggiatura sul retro della base. Vienna (Austria), 1815-1820 circa. Conservato nella custodia originale in marocchino rosso. H. 11,5 x L. 8,5 cm. Provenienza Famiglia aristocratica francese dall'inizio del XIX secolo. Letteratura - Gustav E. Pazaurek, Eugen von Philippovich, Gläser der Empire-und Biedermeierzeit, 1976, p. 189, fig. 169. - Kovacek, Katalog Biedermeier, Einblicke in die Idylle, 2007, p. 74, cat. n. 41, un calice comparabile con bordo inferiore rientrante firmato A. K. in nero. - Paul von Lichtenberg, Mohn & Kothgasser, Transparent bemaltes Biedermeierglas, 2009, p. 286, fig. 170. Opere correlate Un calice molto simile, con leggere variazioni nella decorazione, venduto presso Auktionshaus im Kinsky GmbH, Vienna, 18 ottobre 2016, lotto 409 (ill. 1). Storia Anton Kothgasser (o Kothgaßner), nato a Vienna nel 1769, fu pittore di porcellana e vetraio dal 1781 presso la Wiener Kunstakademie. Studiò disegno figurativo con il pittore tedesco Heinrich Füger dal 1784 presso la Wiener Porzellanmanufaktur fino al 1840, assumendo il ruolo di pittore disegnatore più importante, il n. 96. A partire dal 1811, mentre lavorava per la Manufaktur e indipendentemente da essa, si dedicò alla pittura su vetro, a cui fu introdotto da Gottlob Samuel Mohn, che aveva vent'anni meno di lui e si era trasferito a Vienna nel 1811. Riceve numerosi riconoscimenti, tra cui il 6 settembre 1811, e il 20 maggio 1816 ottiene il permesso di "lavorare a casa per alcuni mesi alla pittura su vetro". All'inizio lavorò su lastre di vetro, ma presto preferì dipingere su vetro cavo utilizzando smalto trasparente (vernice trasparente). Questa tecnica fu inventata da Samuel Mohn, che si interessò particolarmente a questo metodo tra il 1815 e il 1830.

15.000 EUR

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Hendrik Czakainski - Azione maggio 68, 2018, tecnica mista sulla copertina originale della rivista "Action", 54 × 37 cm 42 artisti di arte urbana si esprimono sulle prime pagine originali di Action, il giornale attivista del Maggio 68. Fondata a Parigi da Claude Kunetz nel 2011, la Wallworks Gallery si è rapidamente affermata sulla scena dell'arte dei graffiti con mostre personali dedicate a graffitari francesi (Nebay, Tilt) o americani (Rime, Haze) e mostre collettive per le quali gli artisti sono invitati a personalizzare arredi urbani. Originariamente produttore cinematografico, Claude Kunetz adatta il suo know-how produttivo all'allestimento di mostre collezionando mobili urbani vintage che affida come supporto creativo ad artisti del movimento dei graffiti e dell'arte urbana. Con "Ne Pas Effacer" (2012), "Intérieur Rue" (2013), "Pièces détachées" (2014), "Morceaux de rue" (2015) e "Dehors Dedans" (2016), ha fatto una specialità di queste mostre per le quali numerosi graffitari e street-artist intervengono su tutti i tipi di arredo urbano: cabine telefoniche, cassette postali, semafori, insegne luminose, lampioni, cartelli della metropolitana, cartelli stradali smaltati, tende in ferro, fermate degli autobus, segnaletica stradale e ferroviaria, panchine per treni, parti di automobili... In occasione del 50° anniversario del maggio 68, ha ripetuto l'esperienza, questa volta affidando agli artisti le copie originali del giornale Action. Creata dal giornalista Jean Schalit, Action ha pubblicato il suo primo numero il 7 maggio 1968. È servito come relè per le richieste di diversi movimenti studenteschi e comitati d'azione delle scuole superiori. Le pagine di Action furono aperte a numerosi vignettisti come Siné, Topor e Wolinski. Conservati per 50 anni, tutti questi documenti sono stati raccolti all'epoca da Claude Kunetz quando, preadolescente, viveva con i genitori in rue Gay-Lussac. Colpito dall'effervescenza delle barricate che osservava dalla sua finestra, si mise a raccogliere metodicamente questi documenti. La mostra presenta anche una selezione di volantini e documenti dell'epoca.

1.500 EUR

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Manufacture de Sèvres - Paire de vases Art nouveau de la Manufacture de Sèvres France Signés et datés 1902 Porcelaine émaillée, Bronze doré Hauteur : 11 cm ; Diamètre : 8 cm Charmante paire de petits vases Art Nouveau en porcelaine flammée et émaillée « sang-de-bœuf », reposant sur une base en bronze doré à motifs de fleurs et feuilles de lotus. Petit fêle de cuisson à l'intérieur du col d'un des vases. Biographie : La Manufacture de Sèvres, centre de production de porcelaine à pâte tendre, est créée vers 1738 à Vincennes par des banquiers et financiers dans l’espoir de découvrir le secret de la porcelaine à pâte dure, déjà connu à Meissen. En 1753 Louis XV, roi de France, devient le principal actionnaire de la manufacture, qu’il transfert à Sèvres, alors plus proche de Versailles et du château de Bellevue, propriété de la Marquise de Pompadour. La Marquise, très intéressée par les recherches de Sèvres, encourage et soutient la production. En 1759, le Roi devient le seul actionnaire de la Manufacture devenue propriété de la Couronne. A partir de cette date, les oeuvres sorties des ateliers de Sèvres sont signées du chiffre royal, deux « L » entrelacés, ainsi que d’une lettre indiquant l’année de fabrication. De 1756 à 1779, la manufacture connaît ses années fastes. Louis XV, afin d’aider Sèvres, fait de somptueuses commandes qu’il offre en présents diplomatiques. Les plus grands artistes de l’époque, comme le peintre Boucher, ou le sculpteur Falconet, travaillent pour Sèvres. Les recherches afin de trouver la technique de fabrication de la porcelaine à pâte dure se poursuivent et aboutissent après 1769. A partir de cette date, la Manufacture produit avec succès la porcelaine à pâte tendre et la porcelaine à pâte dure, et diversifie sa gamme colorée avec le bleu lapis (1752), le bleu céleste (1753), le vert (1756), le rose (1757) et le bleu royal (1763). Les plus belles pièces sont ornées de scènes inspirées des gravures d’après les plus grands peintres, et décorées de guirlandes, bouquets de fleurs, trophées, dorures… Cette production de luxe se perpétue au XIXe siècle, avec de nouveaux artistes, mais en réutilisant également un certain nombre de modèles.

1.500 EUR

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Alben Factory - "Cristo Carambar 42 x 34 x 7 cm Resina e bevanda energetica 2022 Alben, nato nel 1973, vive e lavora a Nuova Aquitania. Artista autodidatta, Alben colleziona e accumula oggetti fin dall'adolescenza. Inizialmente attratto dai graffiti, i suoi primi dipinti mescolano la tecnica dello stencil, la serigrafia e i timbri. Ispirate dai Nuovi Realisti, in particolare da Arman e César, le sue sculture in resina si sono sviluppate negli ultimi dieci anni. La specificità del lavoro di Alben è che non pretende di far parte di alcun movimento artistico. Artista autonomo e indipendente, si concentra sulla ritrascrizione dell'immediatezza contemporanea, sperimentando e inventando tecniche che digeriscono le forme per elevarle al livello di icone. L'unica vocazione di Alben è la ritrascrizione di una cruda immediatezza, lo spettatore viene trasportato in un universo spazio-temporale spostato. L'artista riempie gli stampi con vari oggetti perfettamente banali (caramelle, automobili, forchette, ecc.) che integra nella resina. L'uso di questi oggetti raccolti, spesso legati all'infanzia, rafforza il senso di nostalgia alla base della pratica artistica di Alben. Nonostante sia un artista autodidatta, Alben trae ispirazione da una moltitudine di estetiche appartenenti all'arte classica e contemporanea. Nelle sue sculture si possono individuare omaggi al Rinascimento, al Surrealismo, alla Pop e alla Street Art; l'opera di Alben è un catalizzatore del pensiero contemporaneo. L'universalità delle immagini di Alben invita lo spettatore a instaurare un proprio dialogo interno. Mentre l'occhio salta freneticamente da un soggetto all'altro, si riesce a vedere la storia attraverso l'allegoria dell'arte. In un mondo in cui tutto diventa simbolo di un sapere già consumato, le sculture di Alben invitano lo spettatore a riconoscere il suo stato di "presenza". Le opere di Alben sono presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo: Parigi, Dubai, Hong Kong, Australia, Bordeaux, Londra, Zurigo, Italia, Messico, New York, San Diego e Chicago.

2.500 EUR